Primo lungometraggio, del regista che già ho ammirato nel suo ultimo, il mistico/metafisico e psichedelico "Enter the Void". E' il compendio finale di "Carne", un corto precedentemente realizzato.
Philippe è un macellaio. Esce di prigione dopo una breve detenzione per violenze, breve ma sufficiente ad averlo mandato in rovina, perdere casa, negozio, tutto. Moglie morta da tempo, figlia lasciata in un istituto, ha una relazione con una grassa ma ricca donna che ha ingallato, la quale lo porterà lontano da Parigi. Farà qualche lavoro casuale, poi riempirà di botte la donna e tornerà a Parigi. Squattrinato, incazzato col mondo, tenterà ancora di trovare lavoro ma senza successo. Con una soluzione finale in testa, andrà a prelevare la figlia all'istituto per portarla a visitare la Torre Eiffel, però quelle brame sessuali che ancora gli montano verso di lei...
Dopo un inizio vertiginoso con voce fuori campo che in pochi minuti ci racconta tutta la vita del protagonista precedente la prigione (ha subito di tutto, compreso una violenza infantile ad opera di un religioso), di fatto si assisterà ad un suo pensiero-monologo per tutta la durata del film. Intensissimo, tanto che i 90' circa del film sembreranno di una lunghezza eterna, non per la noia ma per la quantità impressionante di frasi sulle quali ti fermeresti a riflettere, e non parliamo di frasette retoriche alla baci-perugina.
Duro, incattivito, acido come il vetriolo, Philippe ne ha da dire per tutto e tutti. Difficile spesso dargli torto, anche rispetto alle sue affermazioni più dure. Capita di meditare cose come questa ad es.: "Nascere di malavoglia, mangiare, agitare il proprio cazzo, far nascere e morire. La vita è un grande vuoto, è sempre stata e lo sarà sempre. Un grande vuoto che potrebbe svolgersi perfettamente senza me". Capita, a chi usa il cervello per Pensare può succedere, in un momento d'incazzatura, di pessimismo, di prostrazione per un insuccesso a causa del quale non si trova via d'uscita. Attacchi al sistema familiare, alla giustizia, alla politica con scadimenti brutali nel razzismo etnico e sessuale, perché lentamente la testa, mano a mano che la fame si farà sentire, comincerà a cedere. Diventa sempre più duro sopportarlo, stargli dietro, ma continua ad ispirare (a me perlomeno) simpatia ed empatia e quello che a un certo punto gli avrei detto è:
PORC*****... SPACCA TUTTO, SPACCA !!!
Mentre che penso ciò, in pieno parossismo di violenza cosmica, compare questo frame:
Chiudo con un po' di frame senza commenti, non senza fare un'ultima piccola riflessione ispiratami dalla visione.
Prima dicevo che molte delle cose che afferma Philippe le ho condivise e mi hanno esaltato. Non attacchiamoci alle sue invettive sui "froci", o sugli "arabi", non è lì la sostanza, quella è solo ignoranza, sfogo. Intendo quelle contro i c.d. "modelli sociali" e tutte le costrizioni che essi rappresentano, e nemmeno mi voglio soffermare nello specifico sulle singole considerazioni che vengono fatte.
E' il modo e lo stimolo che porta a farle che mi ha colpito! Conoscete, che so io, gente benestante, o senza esagerare gente che non ha problemi economici più in generale, oppure persone che vivono solo spensieratamente, oppure ancora, e qua siamo al peggio del peggio, gente follemente innamorata (massimo stadio di rincoglionimento per esseri umani), che si preoccupa di come vanno le cose nel paese in cui vive e nel mondo? Io NO, almeno di persona. Senza arrivare al delirio di Philippe, penso che certamente la calma aiuta a ragionare, però l'incazzatura è fondamentale per indignarsi, e solo da gente di questo tipo possono arrivare delle "Novità". Nel bene e nel male eh!, non dico di no, ma sempre meglio della terribile, ammorbente e sedativa noia borghese.
L'argentino Noé ci sa veramente fare! Altro Cult per me, e tanta ispirazione.
Visione obbligatoria.