Nel tentativo di informare il pubblico sul tema della sextortion, capita sempre più spesso di imbattersi in video, articoli o post che – pur mossi da buone intenzioni – commettono errori gravi.
Errori che, se non corretti, possono aumentare la confusione o persino mettere a rischio chi è già vittima di un ricatto.
Noi di ricattosessuale.it, con oltre 14 anni di esperienza sul campo, vogliamo chiarire i 4 fraintendimenti più pericolosi, spiegando cosa non funziona e cosa serve davvero.
Confondere il ricatto sessuale reale con la truffa via email è un errore comune, ma pericoloso. La sextortion vera è estorsione, non truffa.
Purtroppo sì, i video vengono pubblicati. E vengono inviati ai contatti con short link. Dire che “è tutto finto” fa solo sentire le vittime più sole.
La denuncia è importante, e la consigliamo sempre, ma non è una soluzione immediata. Serve un intervento tecnico tempestivo soprattutto se vi sono già delle pubblicazioni. E spesso il problema si presenta nei weekend, quando gli uffici delle forze dell’ordine sono chiusi.
No, Google Alert non intercetta contenuti su siti porno né pagine temporanee. Pensare di essere “protetti” in questo modo è un’illusione pericolosa.
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Intervento tempestivo, 24/7
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Blocco della diffusione
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Protezione dei contatti social
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Supporto tecnico e psicologico integrato
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Collaborazione concreta con le autorità, senza sostituirsi a loro
The post SEXTORTION: GLI ERRORI PIÙ COMUNI DI CHI NE PARLA ONLINE first appeared on Ricatto Sessuale : cosa fare se minaccia di pubblicare.