Sez. Salone del Libro, i temi proposti da Voi - "I tuoi viaggi più belli"

Da Svolgimento @svolgimento
Questo tema è stato proposto da quattromura


Sicuramente gli ultimi. O forse i primi. Quando un viaggio è bello? A me di guardare la torre Eiffel dal basso mentre ritagliava il cielo in rombi non me ne fregò molto, e manco di arrivare al primo ring di Vienna partendo dalle montagne e giungendo al centro della città solo dopo aver goduto di diversi panorami che intercettavano gli spigoli del campanile di Santo Stefano dai quattro punti cardinali. E Sidney la prima volta mi parve Londra d’estate mentre Londra – d'estate – mi sembrò Blow up, di Antonioni, ma senza gli attori. Di NY apprezzai i barboni che dormivano nelle aiuole, di San Francisco la furberia con cui un amico, dando 30 dollari al cameriere, riuscì ad ottenere un tavolo da Scoma’s scavalcando una fila enorme, dell’Hertfordshire i pomeriggi quando uscivo con le matite e gli acquerelli. O le sere, di ritorno dalla lavanderia a gettoni, quando il cielo era sangue di bue.Nei viaggi sono contento di trovare qualcosa di me che non sapevo fosse lì, e lo sono doppiamente se lì lascio una persona con cui ho scambiato dei pensieri senza poi chiederci l’indirizzo di casa.I più bei viaggi sono quelli che, quando li ricordi, si appannano di nebbia e si formano tante stelline come se qualcuno te li rielaborasse con gli effetti speciali di Photoshop.E ci sono viaggi che apprezzi per la bellezza dei luoghi o per l’afflato della compagnia – tanto da diventare il cast di un film in cui tutti conoscono la sceneggiatura ma non il finale; e i viaggi nei libri.


Sono reduce da Yonville: i sussulti della Rondine per andare a Rouen, le passeggiate in campagna con Emma Bovary,  i suoi scontri verbali con la Bovary madre, gli incazzamenti per le chiacchiere dello speziale Homais. A Yonville ho odiato il viaggiatore, i luoghi della visita, le persone incontrate, i discorsi ascoltati, le rivelazioni sulla turpitudine e sulla pochezza dell’umanità.  Ma non Flaubert, un vero low-cost che ti evita le lungaggini del check-in, i trasferimenti da aeroporti di periferia verso il centro della città, la ricerca di un alloggio, i panini veloci tra una visita ed un’altra (e non che alloggiare in un Hilton e prendere la prima classe cambi qualcosa).
Perché dei viaggi – che sia tu a spostarti oppure no, che i posti visitati abbiano valore paesaggistico o architettonico -, mi piace il racconto, il diario, mi piacciono le parole (la respirazione in luoghi distanti da casa no).

GD


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