Ieri sera ho sfanculato mia madre. Sì, perchè al telefono dal tavolo di un ristorantino con vista sul mare della Croazia si è permessa di dirmi beh, prendilo con spirito di vacanza, questo trasloco! Quindi, prima l'ho sfanculata. Poi le ho spiegato: primo, perché non ci stiamo trasferendo in una casa vuota, a cui abbiamo dovuto dare una mano di bianco, no, abbiamo svutotato, rimbiancato, ripulito e rimesso a nuovo una casa in cui si è accumulata carta da parati e masserizia per trent'anni; secondo, che qui nessuno ha ordinato i mobili al mobiliere fico di Lissone e se li è visti recapitati&montati a domicilio, no, qui i mobili ce li siamo montati brugola per brugola; terzo, che qui nessuno ha fatto degli scatoloni, poi sono arrivati i traslocatori, li hanno presi, li hanno portati giù per tre piani di scale, li hanno messi su un camioncino, li hanno scaricati e portati su per altri due piani di scale e, accidenti che fatica, restano ancora da svuotare gli scatoloni, no, qui è tutto fai-da-te, inscatolamento e trasporto, compresi quei dannati centocinquanta metri di marciapiede sotto il sole agostano. Quindi, l'ho risfanculata ancora, perché intanto lei si è goduta una settimana in montagna e fino alla fine di agosto nessuno la schioda dal mare, mentre io ci ho un gibollo grosso come una mela sul braccio, dove mi è caduta adosso la struttura del divano mentre scendevamo le scale, e magari dovrei anche riuscire a ritagliarmi delle energie per studiare e rifinire il mio progetto di ricerca, e invece vorrei solo buttarmi a pelle di leone su una spiaggia e dormire quarantotto ore filate.
Quindi, se in questo periodo mi faccio viva a sprazzi, cercate di capire. E non provate a storcere il naso, perché sono in the mood for sfanculation
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