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Sfizioso, gustoso e irresistibile per il suo sapore tra il piccante e l’aromatico…

Da Buonacucina

l’agnello marinato…

Ingredienti:1 cosciotto di agnello,  2 spicchi d’ aglio, qualche rametto di  rosmarino, 2 foglie di alloro,  2 o 3 peperoncini piccanti interi, finocchietto selvatico, 6 pomodorini,  olio extravergine d’oliva 1 bicchiere di vino bianco secco, sale.

In una ciotola abbastanza capiente metto i pezzi di agnello e lo copro con una marinata preparata  olio e vino battuti energicamente a cui ho aggiunto uno spicchio d’aglio tagliato a fettine, il rosmarino, l’alloro spezzettato, i peperoncini sbriciolati, il finocchietto. Copro la ciotola con la pellicola e la metto in frigorifero a riposare per almeno 4 ore rigirando la carne di tanto in tanto così che marini in modo omogeneo.

Trascorso il tempo della marinatura in una casseruola faccio soffriggere nell’olio un trito di aglio, rosmarino, alloro finocchietto e peperoncino, quando è rosolato aggiungo l’agnello scolato dalla marinata, regolo di sale, lo rigiro e quando è rosolato lo bagno con ancora un po’ di vino, quando è evaporato aggiungo i pomodorini tagliati a metà e porto a cottura.

Sfizioso, gustoso e irresistibile per il suo sapore tra il piccante e l’aromatico…

l' agnello marinato

Alcune curiosità…

Il finocchietto selvatico, chiamato anche “ finocchietto” o “ finocchina”  è una pianta spontanea annuale diffusa in tutta la zona mediterranea.

Sfizioso, gustoso e irresistibile per il suo sapore tra il piccante e l’aromatico…

il finocchietto selvatico

Ha il fusto cilindrico di colore azzurro-verdastro che va da 20 cm a 2 metri di altezza, le foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum )  ed fiori piccoli di color giallo a cui seguono i frutti (acheni), prima verdi e poi grigiastri. Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente chiamati “semi”).

La raccolta del fiore del finocchio selvatico avviene in Italia appena il fiore è “aperto”, normalmente a partire dalla metà d’agosto fino a settembre inoltrato. Il fiore si può usare fresco o si può essiccare, all’aperto, alla luce, ma lontano dai raggi diretti del sole, che farebbero evaporare gli olii essenziali. I diacheni si possono raccogliere all’inizio dell’autunno, quando è avvenuta la trasformazione del fiore in frutto.

Le “barbe” o foglie e i teneri germogli si possono cogliere dalla primavera all’autunno inoltrato

In cucina si utilizzano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti o “diacheni”, impropriamente chiamati “semi”, che sono più o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, sia le foglie (o “barba”), sia i rametti più o meno grandi.

Le foglie s’usano fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, di carne insalate e formaggi.



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