Quando sarà stato? Docici anni fa? Tredici? Non ricordo con precisione, ma ero in Croazia, a Pola precisamente, con il desiderio di comperarmi un piccolo vocabolario Italiano-croato, giusto per dire due parole. Entro in una, due, tre librerie. Cerco, chiedo, guardo i prezzi dei libri (in Kune). Accidenti! – penso – costano tantissimo. Costavano due, tre volte in più rispetto all’Italia.
Ora, sono andato in una libreria con un buono da spendere – toh, ho vinto un piccolo concorso letterario, poesia dialettale. Guardo i libri, li sfoglio. Poi guardo anche il prezzo.
Accidenti! – penso – e mi ricordo della Croazia. Ma costano tantissimo! Non ci avevo mai fatto caso. Un libro di narrativa… 22 euro. Quaranta mila delle vecchie lire! Prendo in mano un libercolo di Giulio Mozzi, della Due Punti editore, un libriccino piccolo piccolo, sarà stato 7 x 4 cm, venti trenta pagine forse… 6 euro! Dodicimila delle vecchie lire. Mah, mi sembra uno sproposito. Se sapessi che quel libro l’ha fatto il suo autore – che tra l’altro apprezzo come scrittore – voglio dire se sapessi che l’ha costruito lui foglio per foglio, artigianalmente, sì, glieli avrei dati quei sei euro. Ma così… Mi arrabatto a cercare altri libri. 27 euro, 34 euro, 19 euro, meno di 100 pagine e non a colori! Mi sembra esagerato, ma forse era da tanto che non andavo in libreria…
E così, per scherzarci sopra, mi viene un’associazione di idee. I famosi book on demand, quest’industria che in Italia sta crescendo a vista d’occhio – anch’io sono uno di quelli, non so se ve ne siete accorti, ho scritto e mi sono autopubblicato un libro, anch’io in questo girone (infernale o calcistico, o cos’altro?)!
Morale? Con il prezzo dei libri in vendita, ti vien voglia di scrivertelo tu il libro!
È il prezzo della cultura o il prezzo del business?
Perdonatemi questo sfogo lirico, ma adesso sto già meglio.
A presto,
Davide