Sguardi.

Creato il 19 ottobre 2015 da Scurapina

Quando al pomeriggio, dopo una giornata di scuola, vado a trovare mia madre mi prendo qualche minuto per fare un giro e quattro chiacchiere con le altre signore che condividono con lei la sala.

Spesso si tratta di persone sole, o che hanno i figli lontani, magari impegnati in un lavoro che impedisce loro di andarle a trovare nei giorni feriali e ogni ora diventa lunga, e ogni giorno diventa lungo e la settimana è lunghissima se non è spezzata da un sorriso, da un attimo di attenzione.

La loro solitudine è palpabile, intensa, come una panchina vuota in un pomeriggio d’autunno.

Basta poco per farle sorridere, basta chiedere come hanno passato la notte, o se hanno mangiato, o se hanno qualche dolore per strappare loro un sorriso.

Ti guardano con un moto di gratitudine e di gioia che allarga il cuore.

Ormai non posso più rinunciare al mio giro ricco di sorrisi e di parole sussurrate che anche per loro è diventato un appuntamento atteso: me ne accorgo dagli sguardi attenti che scrutano la porta in attesa del mio arrivo.