La presentazione a porte chiuse dei videogiochi Electronic Arts del prossimo futuro ha visto emergere il nuovo titolo di BioWare, Shadow Realms, agli onori della cronaca come una delle più interessanti rivelazioni dello scorso Gamescom.
Ispirandosi al mai dimenticato Neverwinter Nights (sempre opera di BioWare) e attingendo dai più recenti successi letterari fantasy che vedono una forte affermazione del modern fantasy come ambientazione narrativa (Harry Potter, L’Apprendista Stregone, Percy Jackson etc) gli sviluppatori del fu Baldur’s Gate hanno concepito Shadow Realms.
Si tratta di un gioco di ruolo d’azione con multiplayer competitivo/cooperativo asimmetrico 4 contro 1, sulla scia di Evolve e Fable Legends, che fa dell’immediatezza e della velocità di gioco un paio di punti di forza. Quello che distingue Shadow Realms dai concorrenti e potrebbe elevarlo dalla massa di giochi che stanno adottando questa commistione tra cooperazione e competitività è la figura dello Shadow Lord.
Analogamente alla figura del Dungeon Master della migliore tradizione di giochi di ruolo cartacei, lo Shadow Lord è il giocatore che tesse le trame e le avventure del gruppo di avventurieri. Non è una figura buona e positiva che concorre alla buona riuscita delle missioni: è l’avversario che crea trappole, imboscate e boss fight – magari prendendo possesso diretto dell’arcidemone che scatena alla fine del dungeon, come scontro finale.
Insomma, la creazione di avventure, dungeon e ambientazioni in cui immergere il party fatto da quattro giocatori e poi tentare in ogni modo di ostacolarlo suona tanto curioso quanto interessante. Di fatto, dopo aver provato una veloce dimostrazione, possiamo dire che l’alchimia creata ha del potenziale: la partita è stata divertente, coinvolgente e il tempo è volato, segno che non ci siamo annoiati.
Da subito il party è stato spinto ad avanzare “gomito a gomito”, dato che chiunque provasse ad isolarsi dal gruppo veniva puntualmente preso di mira dallo Shadow Lord che sulle prime innescava congegni infernali, sulle seconde scatenava piccole orde di mostri e alla fine evocava un gigantesco demone cornuto che ricordava un Balrog de Il Signore degli Anelli.
A chi vi scrive è toccato muovere le gesta del membro del party dedito alle arti magiche. Un signore distinto, con pantaloni eleganti, camicia bianca, cravatta e bacchetta che lo identifica come un incantatore.
La sensazione, mentre si gioca, è quella di giocare un sistema di controllo derivato da Neverwinter, l’MMO di Perfect World, ma con ritmi di gioco più serrati e frenetici dove l’abilità di effettuare colpi, combo e schivare f ala differenza. Oltre alla già citata schivata, ogni personaggio possiede la capacità di sferrare un attacco base, uno secondario, una mossa particolarmente potente ed un attacco “definitivo”, molto potente, che necessita di tempo per essere “caricato”.
Particolare attenzione bisogna riservare all’ambientazione: atipica ed interessante, con questa fusione tra il mondo che conosciamo noi e quello di Embra, il reame dello Shadow Lord in cui si scatenano le battaglie più furiose contro le forse del nemico comune. Quel che ci ha colpito di più è l’enfasi degli sviluppatori, particolarmente orgogliosi nel presentare la libertà di personalizzazione del personaggio, la possibilità di creare (citiamo testualmente) un “Punk-Rock-Warlock”, per esempio. Staremo a vedere se tali proclami saranno stati fondati e quanto a fondo si potrà andare con la personalizzazione del personaggio.