La trama (con parole mie): Brandon vive e lavora a New York in perfetta solitudine, alternando la sua esistenza da yuppie a sessioni intensive di porno su internet e scopate occasionali, a pagamento e non. Tutto pare filare liscio come l'olio, fino a quando nella sua quotidianità non rientra la sorella Sissy, con la quale l'uomo ha un rapporto completamente irrisolto e che è destinata a sconvolgere le sue giornate di freddo equilibrio e controllo, tanto da forzargli la mano fino ad arrivare a sfiorare quello che potrebbe diventare un vero rapporto di coppia.Ma quando le certezze cominciano a vacillare e prende corpo la "vergogna", tutto pare messo in discussione. Anche la vita stessa.
E così, Steve McQueen non ce l'ha fatta.Da un certo punto di vista penso che potrei sentirmi addirittura più deluso di una sana incazzatura da bottigliate selvagge.Perchè il tanto chiacchierato Shame non riesce ad andare oltre ai limiti del da poco ripescato Hunger, presentandosi con una confezione impeccabile, alcuni spunti notevoli, eppure un'incapacità di fondo di andare dritto al cuore dello spettatore, o rimanere impresso come un abominio o un Capolavoro.Forte di una fotografia splendida e di due interpretazioni ottime - Fassbender e, non dimentichiamola, Carey Mulligan, che per quanto non mi piaccia continua a regalare al pubblico personaggi a loro modo di culto -, Shame avrebbe tutte le carte in regola per essere un nuovo volto dello splendido Two lovers di James Gray, da me personalmente adorato, con in più il brivido del sesso rivisitato - anche se purtroppo nel lavoro di McQueen non in chiave ironica - già qualche anno fa in Shortbus, eppure, nonostante sequenze decisamente interessanti, resta poco più di una discreta visione, di quelle che fanno sentire lo spettatore come un allenatore con un numero dieci che non inventa ma si perde nelle leziosità già a partire dalla prima inquadratura.Passaggi notevoli, dunque, come quello dell'abbordaggio in metropolitana - che mi ha ricordato momenti vissuti anche dal sottoscritto, ai tempi del mio stato brado - con le sue due facce, i dialoghi tra Brandon e Sissy a cercare di trovare un'interpretazione al loro rapporto, il litigio tra i due, lo splendido appuntamento tra lo stesso Brandon e Marianne - il momento migliore della pellicola, a mio parere -, vengono vanificati da passaggi al limite dell'inutilità come la vita da ufficio del protagonista - che trascorre tra una Red Bull e un sito porno, oltre ad una totale elasticità di orari e tolleranza rispetto all'entrata e all'uscita: vorrei anche io avere un lavoro così -, il secondo incontro con la stessa Marianne - scivolato progressivamente nel cattivo gusto - ed il crescendo finale, che invece di raccogliere i semi delle ottime premesse dello script a proposito dell'evoluzione dei personaggi di Brandon e Sissy cerca nella banalità della risoluzione più ovvia una strada per analizzare la loro relazione - decisamente più profonda di quanto le stesse scelte di sceneggiatura facciano intendere -.Peccato, perchè avrei preferito davvero incazzarmi e scatenare la mia furia sul patinatismo da radical chic o stupire il mio antagonista Cannibale affermando di avere trovato un nuovo film di culto, piuttosto che essere qui a scrivere che Shame è un film soltanto "carino", un pò come quando si esce con qualcuna che si sa già non si rivedrà più, e si finirà per evitare non rispondendo alle sue chiamate.Da questo punto di vista McQueen potrebbe addirittura aver fatto centro, anche se mi pare davvero eccessivo associare un'analisi così profonda come quella dipinta da alcune recensioni a proposito della dipendenza dal sesso a questo film: in fondo, non viene raccontato nient'altro che il gioco della mente di un uomo che non avrà mai quello che vuole e, dunque, trova la sua soddisfazione soltanto nel distacco - e torniamo all'ottimo dialogo tra Brandon e Marianne - e nel sesso senza come o perchè.Certo, questo protagonista vive da depresso anche la più liberatoria delle scopate, ma in fondo, forse, è proprio così che va: io stesso, nei periodi della mia vita da "ok usciamo stasera ma non sperare che ti richiamerò mai da domani mattina in avanti", probabilmente, sapevo bene cosa avrei voluto, ed il piacere della conquista del momento non ha mai davvero alimentato la bramosia che tutti portiamo dentro, sia essa legata, oppure no, al sesso.Da questo punto di vista avrebbe forse meritato più spazio il personaggio della Mulligan, che sarebbe stata utile per scoprire quali sono i meccanismi che scattano in noi quando per esorcizzare un grande amore finiamo per rifugiarci nella vergogna o nella fuga.E poi, sarà davvero vergogna, quella espressa?In fondo, tutti siamo egoisti - chi più, chi meno, certo - e tutti abbiamo bisogno di sentire quel brivido che all'inizio può spaventare, ma che resta il magnete più forte cui tutti noi piccoli pezzettini di ferro possiamo fare ritorno.Quello che è certo, è che Shame non sia un film da buttare.Ha un sacco di qualità, e sono tutte da scoprire.Dall'altra parte, è anche ben lungi dall'essere un Capolavoro.Dovessi parafrasare la vita di Brandon, potrei dire che non sarà certo una vergogna apprezzarlo, ma che non risulterà niente di più della sveltina di una sera fuori.Il giorno dopo, si finirà per averlo già dimenticato.
MrFord
"What a shame we never listened
I told you through the television and all that went away was the price we paidpeople spend a lifetime this wayoh what a shame..."Robbie Williams feat. Gary Barlowe - "Shame" -