Volevo fare un video per non tediarvi troppo, però poi ho pensato che sto impazzendo con la voglia di fare tutti questi video (diverrò come certi miei colleghi che dicono “mi manca andare in video?”… ma speriamo di no) e che comunque forse è meglio che io faccia un video solo sull’esperienza al Consolato, anche perché così evito di risultare troppo verbosa e noiosa.
In questi giorni sto cercando di godermi un po’ le vacanze, anche se le cose non stanno andando esattamente come dovrebbero. In realtà sono qui proprio per raccontarvi quello che mi è capitato e per dirvi che non bisogna mai e poi mai abbattersi ma proprio mai. Se non crediamo noi per primi in quello che facciamo, come potranno farlo gli altri? Ecco, appunto.
Tutti in famiglia abbiamo parenti più o meno subrnormali. Nella mia famiglia c’è una particolare concentrazione di anormalità ma oramai non ci faccio nemmeno più caso. Ho uno zio, fratello di mia madre, particolarmente deficiente di cui omettermo il nome. Costui si fregia di essere un grande professore universitario (peccato che insegni nell’ateneo più ridicolo della Campania) e di essere un uomo di spicco (peccato che non abbia mai pubblicato una riga, nè fatto studi scientifici di alcunchè, pur essendo un medico. Non si capisce come mai, in effetti, è professore universitario).
L‘altra sera, forse dopo aver bevuto troppo, ha iniziato deliberatamente ad insultarmi dicendomi che io non lavoro (???) che penso solo a fare la diva (????) che non diventerò mai una giornalista (???) e che a 26 anni mi dovrei vergognare. Dopo un primo momento in cui mi sono dispiaciuta, ho realizzato che di certa gente uno se ne deve fregare. Innanzi tutto perché che ne sa lui dei miei sogni, delle mie aspirazioni? Secondariamente, criticare qualcuno così, tout court, senza alcuna motivazione è deleterio e inutile. E poi, questo non se li legge mai i giornali (mò ci vuole)? Non ha idea della crisi? della disoccupazione? Non sa che stiamo inguaiati?
Detto questo, vorrei mettere in chiaro alcune cose:
- Io lavoro. E tanto anche. E’ vero che mi pagano poco, però almeno non sto a ciondolare, anzi.
- Ho 25 anni e non 26. Lui a 25 anni ancora studiava medicina. Ora ne ha 55 e fa il professore all’Università dei puffi. Francamente, non me ne vanterei. In seconda istanza, io a 25 anni già lavoro, appunto. E lui no.
- Io non faccio la diva, io sono fatta così.
- Sono già giornalista, dal dicembre 2010. Mi spiace per lui.
- Si dovrebbe vergognare lui ad attaccarmi in questo modo, alla sua veneranda età.
E concluderò dicendo che la figlia di questa persona, la mia povera cuginetta, ha palesi problemi fisici e mentali e lui non se ne cura affatto, lasciandola pascolare così, allo stato brado, derisa da tutti. Chi dovrebbe vergognarsi, ora?