Ecco qua la recensione del primo shampoo Fitocose usato per lavare la mia bella testolina. Nell’ultimo ordine mi sono presa tre shampoo differenti e questo è stato quello con cui la sorte ha deciso, del tutto casualmente, che avrei aperto le danze.
MARCA
FitocoseDICONO DI LUI
Soluzione detergente a base di Tea tree oil, estratto di Ortica e tensioattivi di derivazione vegetale (da Amido e olio di Cocco) indicata per capelli grassi con forfora.
Modo d’uso: applicare una noce di prodotto frizionandolo sull’intera capigliatura. Lasciare agire, indi risciacquare con acqua tiepida. Non eccedere nell’uso. Per la sua composizione naturale questo shampoo genera pochissima schiuma
Importante: non ripetere l’applicazione se non nel caso di capelli particolarmente sporchi. La schiuma che si genera durante il lavaggio non deve essere abbondante. Se lo fosse significa che si è già allontanato tutto lo sporco e si sta cominciando ad eliminare il film protettivo del capello. Per l’asciugatura evitare il più possibile l’uso del phon caldo che farebbe evaporare troppo rapidamente l’acqua del fusto del capello, seccandolo e rendendolo di conseguenza più fragile.
DOVE SI TROVASullo shop on line o in alcune erboristerie autorizzate (La Bottega della Natura, Carate Brianza).CONFEZIONE
Flacone in plastica rigida di color bianco opaco. Tappo a scatto sulla sommità in plastica trasparente.
PREZZO
6,07 €
QUANTITÀ
200 ml
SCADENZA
4 mesi
CONSIDERAZIONI
Se vi piacciono i profumi freschi, balsamici e un tantino pungenti, questo shampoo vi lascerà soddisfatte dal punto di vista olfattivo. Le note dell’ortica e del tea tree si fondono perfettamente tra loro lascindo un piacevole odore anche sui capelli.
Questo shampoo è liquidissimo, non dico che sia come l’acqua ma poco ci manca, e la cosa risulta piuttosto scomoda perché se non si usa un po’ di accortezza rischiate che dopo averlo versato sul palmo vi ritroviate con un pugno di mosche in mano e lo shampoo che se ne è beatamente andato a fare un giro per mai più ritornare.
Ho provato ad applicarlo sui capelli bagnati (come si fa con un normale shampoo…thò, pensavo di aver scoperto l’acqua calda) ma, oltre a non formarsi schiuma (cosa peraltro indicata sulla confezione e sul sito) i capelli non si lavano, nel senso che non si capisce minimamente dove vada a finire il prodotto. Io ottimista , le prime volte mi sono detta: “Io non so dov’è il prodotto ma sicuramente da qualche parte sarà andato” ma dopo il lavaggio i capelli erano visibilmente non lavati, specialmente in alcune zone dove, evidentemente, il prodotto aveva deciso di sorvolare.
Così sono passata al piano B, prelevando pochissime quantità di prodotto e applicandole sulle diverse zone della testa ma anche qui la situazione non migliorava.
Insoddisfatta ma non sconfitta ho creato del tutto casualmente un piano C che consiste nell’applicare lo shampoo sui capelli non bagnati, ma proprio grondanti acqua. La tattica prevede la completa padronanza di un antica tecnica ninja che consente di sviluppare un’elevatissima velocità nei movimenti per poter mettere lo shampoo appena il getto d’acqua si allontana dalla vostra testina, il tutto con gesti ultra veloci in pieno stile Matrix (il capello non si deve nemmeno lontanamente asciugare). In questo modo si riesce a generare una leggerissima schiumetta che, se siete state abbastanza veloci, si propaga per tutto la testa. Questo sistema funziona, ma non mi ha mai soddisfatto appieno così ho deciso di tentare la strada del piano D: abbondare col prodotto e con le applicazioni. Lo so, lo so, è espressamente detto di non farlo, ma io le stavo provando tutte e per lo meno ho sperimentato con mano che in questo modo i capelli si lavano, ma anche troppo e che il prodotto si consuma in modo eccessivo. Fu così che, ormai sconsolata, mi è venuto in mente di aver letto in giro che a volte è bene diluire gli shampoo bio. Mi son armata di un bicchierone di plastica e ho cominciato a diluire un poco di shampoo con un bel po’ di acqua, gigogiando (che significa “agitando”. Da voi si usa questo termine?) per bene. Dopo di che lo applico lentamente sui capelli ben bagnati, seguendo la tattica de “un po’ di prodotto su ogni porzione di testa”. In questo modo, con poco prodotto, la mia capoccetta ne esce lavata alla perfezione.
Altre due piccole note in merito al prodotto: se vi finisce negli occhi brucia da morire e, per quanto riguarda la forfora, devo dire che svolge benissimo il suo lavoro contribuendo a regolarizzare la situazione a livello del cuoio capelluto.
Ora, io non me la prendo per il fatto di averci messo poco meno di dieci lavaggi per scoprire la tattica giusta, visto che alla fine l’ho scovata, il problema è che spesso lavo la testa nel lavandino (o nella vasca da bagno) e qui si presenta un problemino: stando a testa in giù faccio una gran fatica a raggiungere alcune zone stando con la testa capottata verso il basso (ad esempio la parte frontale del capo). Lavare lava, non c’è che dire, il profumo è ottimo e l’azione contro la forfora c'è ma usare questo shampoo è un “budegià” assurdo (per le non dialettofone “budegià” indica una cosa per la quale “c’è da fare un po’ di roba”).VOTO
7/10
Non posso bocciarlo perché il suo lavoro lo fa bene. Essendo approdata da pochissimo a questo tipo di shampoo (questo è solo il secondo shampoo bio che utilizzo) non so se tutto questo lavorio è il prezzo da pagare per utilizzare questi prodotti. Starò a vedere come va con gli altri due shampoo Fitocose e poi vedrò che fare.INGREDIENTI
aqua - aloe barbadensis gel*- lauryl glucoside - disodium cocopolyglucoside citrate - sodium lauroyl glutamate - decyl glucoside - glycerin - urtica dioica extract*- citric acid - melaleuca alternifolia oil - piroctone olamine - citrus dulcis oil*- potassium sorbate - profumo** - limonene*
*da agricoltura biologica
**da oli essenziali naturali