Il lungometraggio tratto dalla serie televisiva Shaun the sheep, prodotta dalla Aardman con la stessa tecnica claymotion di Wallace&Gromit; conserva le medesime peculiarità: anche in questo film non si parla e tutta la comicità nasce dalle gag slapstick unito all'inconfondibile humor britannico.
Abbandonato il citazionismo che aveva caratterizzato tutte le produzione animate del decennio scorso, compreso Wallace&Gromit; - la maledizione del coniglio mannaro, si prende di mira l'omologazione contemporanea: il fattore diventa una star dell'hairstylish per i suoi tagli rasati (in realtà applica solo il vago ricordo della tosatura delle pecore).
Meno scontata del solito la morale sugli animali: vittime del terribile accalappiatore Trumper, Shaun e Bitzer finiscono in un ricovero per animali dove viene mostrato un esilarante campionario di animali da compagnia incattivito dall'abbandono (impagabile il molosso con lo sguardo fisso).
Al perfido Trumper toccherà una fine degna di lui e il ricovero si trasformerà in un vero centro di accoglienza per animali; anche per la randagia Slip, altra new entry del cast che aiuta Shaun e gli altri a sopravvivere nella metropoli ci sarà un tenero happy end.
Lo stile della Aardman si conferma ancora una volta intelligente e leggero e vorrei dire adatto a tutte le età come in tutte le recensioni serie ma gli esercenti evidentemente non sono d'accordo e riservano la proiezione ai soli giorni festivi in orari dedicati prettamente all'infanzia.