Trama: la psichiatra forense Cara Harding prende in cura unpaziente affetto da personalità multipla, scoprendo che tutte le identitàdell'uomo sono state vittime di atroci omicidi.
Fenomeno soprannaturale?Allucinazioni? La psichiatra si metterà alla ricerca della verità, mettendo arischio se stessa e la sua famiglia.
Al peggio, in questo caso cinematografico, indubbiamente non c'è mai fine. Se mai avessi avuto dei dubbi, la conferma è arrivata con questo "Shelter - identità paranormali". Quando credevo di aver visto quasi tutto, mi sono imbattuta durante un piovoso sabato sera, in questa porcheria di cui, francamente, faccio fatica a scrivere qualcosa di minimamente sensato in quanto trattasi, a mio parere, di idiozia di portata clamorosa.
Partiamo dalla storia, che pareva essere davvero inquietante, e prometteva di trascinare lo spettatore in un vortice di puro terrore.
Promesse che, alla visione, risultano clamorosamente non mantenute.
I momenti di noia sono tanti e tali da portare lo sventurato imbattutosi in tale visione ad attimi di abbiocco repentino e violento.
Le situazioni che vorrebbero essere terrificanti cadono ben presto nel ridicolo più totale.
La risoluzione finale è completamente slegata dall'assunto iniziale, rabberciata e confusionaria, nonchè dalle ragioni difficilmente comprensibili.
La regia di Mans Marlind e Bjorn Stern è inconsistente.
Fino ad ora non sono stata tenera, ma adesso arrivano le reali e sentite dolenti note. Gli attori, o meglio i due protagonisti principali (gli altri non sono pervenuti), sono agghiaccianti.
La domanda sorge violenta e spontanea: perchè???Perchè una grandissima attrice come la splendida, adorata Julianne Moore ha accettato di interpretare "Shelter"?Denaro??Non credo ne abbia bisogno. Visibilità???Meno che meno, e poi la porcheriula l'hanno vista in tre ed ha incassato forse tre dollari e quattro euro. Tra l'altro nemmeno lei riesce a rendere minimamente visibile "Shelter", salvandolo dal disastro. Il suo personaggio è infatti presuntuoso nonchè leggermente irritante, e la sua interpretazione è clamorosamente sottotono, monocorde e poco convincente.
Jonathan Rhys Meyers poi è addirittura ridicolo. Il suo povero derelitto dovrebbe essere glaciale, terrorizzante ed ambiguo. Peccato che non sia minimamente credibile. Anzi, quando muta personalità, più che preda di una sorta di possessione demoniaca pare vittima di un violento attacco di gastrite.
Insomma, "Shelter" è una bufala colossale, da evitare assolutamente.