Shingeki no Kyojin (L'attacco dei giganti) - Stagione Uno

Creato il 02 luglio 2013 da Sommobuta @sommobuta
L’umanità è confinata all’interno di un’immensa città cinta da tre mura alte 50 metri.
La ragione è semplice: da alcuni secoli sono minacciati dalla presenza dei giganti, che li hanno quasi portati sull’orlo dell’estinzione, costretti a rifugiarsi in quella città, a vivere come uccelli in gabbia.
Nonostante ciò, sono almeno 100 anni che nessun gigante attacca la città, tanto che gli abitanti credono di essere ormai al sicuro.
Questo finché non appare un gigante colossale, alto più delle mura stesse, che con un calcio crea una breccia e consente agli altri giganti di penetrare in città…
Avevo parlato de L’Attacco dei Giganti, il superbo manga di Hajime Isayama più o meno l’anno scorso, QUI.
Sin dal primo volume si è trattato di un manga atipico, iperviolentissimo, e nonostante il target fantastico, assolutamente realistico, soprattutto per le dinamiche e le pieghe che la narrazione prende.
Era uno dei manga che più aspettavo l’anno scorso, sicuramente una delle novità più interessanti che il panorama fumettistico giapponese ci ha regalato negli ultimi dieci anni, e la sua uscita bimestrale italiana era una di quelle che attendevo come un cane idrofobo (e no, non leggo gli spoiler).
Cadetti verso la morte...
Io non amo moltissimo gli anime (o cartoni animati, fate voi).
Mi annoiano a morte, soprattutto quando conosco già il manga e so quali saranno gli sviluppi della storia.
Erano almeno 10 anni che non vedevo qualcosa di nuovo. Ma dato che i nuovi format nipponici prevedono serializzazioni “all’americana”, con stagioni di anime lunghe 10/13 o al massimo 20 puntate, ho voluto dare una possibilità proprio a Shingeki no Kyojin.
Rimanendone completamente soddisfatto.
La serializzazione annuale “breve” permette allo studio d’animazione di non perdersi in lungaggini e filler tipici dei cartoon anni 80/90/2000, e andare dritti al punto. Non è un caso che resistano all’avanzata implacabile del tempo, con una messa in onda settimanale perpetua, solo quegli anime che possono garantire un merchandising e un ritorno economico spropositato (state pensando a One Piece, no? Ecco. Esatto).
E diciamolo: quant'è brutto l'anime di One Piece!
Perciò anche l’anime de L’attacco dei giganti ci viene presentato senza fronzoli, in tutto il suo splendore e in tutta la sua “velocità”.
E bisogna dirlo: il cartone animato è dannatamente migliore della sua controparte cartacea.
Ribadisco quello che ho scritto l’anno scorso a proposito dei disegni di Isayama, perciò continuo a pensare che il suo tratto sia abbastanza bruttino. Anche se è congeniale e adattissimo all’opera, spesso ci si trova davanti solo degli schizzi. E molte volte le proporzioni vanno a donnine allegre.
La pecca più grande (secondo me – è bene sottolinearlo) è data dalla legnosità del tratto unita a una confusione generale nel corso delle scene d’azione. Molte volte ho dovuto stringere gli occhi, focalizzarmi sui disegni interi minuti buoni per capire cosacazzocifossedisegnato.
Il cartone invece ci restituisce azioni fluide, velocissime, rese ancora più magniloquente da un’animazione superba e accattivante. È un piacere vedere i soldati di Trost alle prese con il loro equipaggiamento da battaglia, ammirare le piroette che sono in grado di fare grazie all’attrezzatura per i movimenti tridimensionali, e contemplarli mentre accoppano giganti (o sono sgranocchiati dagli stessi a causa di una leggerezza in fase di manovra).
Inframmezzi nozionistici
Insomma, se non si è capito, ‘sto anime è una gioia per gli occhi.
Forse, se gli si vuole trovare proprio un difetto, dobbiamo andare a vedere il pelo nell’uovo e lamentarci del fatto che il manga sia molto più “cattivo” per ciò che riguarda le scene “truculente”.
Isayama infatti non si risparmia con scene splatter, giganti che sgranocchiano esseri umani in un tripudio di sangue, ossa e budella, e morti truci e violentissime.
Scene che nell’anime ci vengono solo fatte intuire e non mostrate integralmente.
Probabilmente è causa anche di una messa in onda piuttosto felice in Nippolandia – i miei informatori mi riferiscono che è stato trasmesso il sabato sera, alle ore 19 -, che consente a un pubblico molto ampio di godersi questo gioiello.
Ma, ribadisco, è voler guardare il pelo nell’uovo.
Magnatell'
La brevità della serie (13 puntate a stagione da 20 minuti l’una) dà modo di godersela appieno “tutta in una botta”, in un solo pomeriggio.
Insomma, se non sapete che guardare, o anche voi volete ri-avvicinarvi al mondo dell’animazione giappica, Shigeki no Kyojin potrebbe fare tranquillamente al caso vostro.
Naturalmente, state attenti ai Giganti.
Come detto, anche nell’anime…sgranocchiano esseri umani.
Ps: ma vogliamo parlare della sigla da urlo di 'sto cartone?