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Shoah: domandiamoci dov’era l’uomo, non dov’era Dio

Creato il 27 maggio 2014 da Uccronline

Francesco Yad VashemIl pellegrinaggio di Papa Francesco in Terrasanta è stato commovente, siamo sempre più grati allo Spirito Santo per averci donato quest’uomo, questo riferimento, questa pietra a cui appoggiarci per rendere salda e sicura la nostra fede.

I momenti importanti sono stati moltissimi, forse tra tutti l’invito al presidente Shimon Peres e al presidente palestinese Abu Mazen per «una preghiera di pace» in Vaticano, che ovviamente è il frutto di di una molto discreta operazione diplomatica che la Santa Sede ha compiuto nei giorni immediatamente precedenti la visita del Pontefice in Terrasanta. Fondamentale anche l’incontro con il patriarca Bartolomeo, che ha allargato notevolmente la possibilità di un’unità tra cattolici e ortodossi.

Molto interessanti anche le parole di Francesco durante la visita al Memoriale di Yad Vashem. Come ha osservato giustamente Enzo Bianchi, «con quello stile che ormai abbiamo imparato a conoscere, il Papa ha dato una lezione a tutti dicendo di smetterla di chiedersi dove fosse Dio durante l’Olocausto. Ci si domandi invece con chiarezza dove fosse l’uomo. In quella meditazione-preghiera Francesco domanda: dove sei uomo, dove sei finito? E per rispondere a quanti chiedono dove era Dio in quei momenti terribili, ha usato le parole del profeta Baruc: “A noi umanità la vergogna, a te Dio la giustizia”. Si riferiva a tutte le tragedie dell’uomo contemporaneo».

E’ vero, domandare dove fosse Dio durante il “secolo ateo” del ’900 è una domanda sbagliata. L’uomo ha voluto negare Dio per essere dio di se stesso, i regimi comunisti erano ufficialmente guidati dall’ateismo di Stato, tentativo di esplicitare proprio questa repulsione da un Creatore-Legislatore ultimo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. «Uomo, chi sei? Non ti riconosco più. Chi sei, uomo? Chi sei diventato? Di quale orrore sei stato capace? Che cosa ti ha fatto cadere così in basso?», ha domandato Francesco, traducendo il pensiero di Dio. «No, questo abisso non può essere solo opera tua, delle tue mani, del tuo cuore… Chi ti ha corrotto? Chi ti ha sfigurato? Chi ti ha contagiato la presunzione di impadronirti del bene e del male? Chi ti ha convinto che eri dio? Non solo hai torturato e ucciso i tuoi fratelli, ma li hai offerti in sacrificio a te stesso, perché ti sei eretto a dio».

Il Pontefice ha concluso con una preghiera: «Ricordati di noi nella tua misericordia. Dacci la grazia di vergognarci di ciò che, come uomini, siamo stati capaci di fare, di vergognarci di questa massima idolatria, di aver disprezzato e distrutto la nostra carne, quella che tu impastasti dal fango, quella che tu vivificasti col tuo alito di vita. Mai più, Signore, mai più! Eccoci, Signore, con la vergogna di ciò che l’uomo, creato a tua immagine e somiglianza, è stato capace di fare. Ricordati di noi nella tua misericordia».

A te, Signore nostro Dio, la giustizia, a noi il disonore sul volto, la vergogna (Bar 1,15)


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