In questi giorni, cosa rara per me, ho voglia di quelle storie di amori tra adolescenti nati tra i banchi di scuola, con i rossori di gote e i sospiri sognanti, e le confessioni che arrivano dopo settimane, mesi di struggimenti e confabulazioni con le amiche. In una parola, ho voglia di shōjo. Così alla fine della giornata, per sfuggire ai pensieri tristi, mi metto sotto alle coperte e guardo una puntata dopo l’altra fino a quando arriva il sonno, raccontandomi – mentendo – che il liceo fosse davvero così.
Se avete qualche shōjo romantico da consigliarmi fatevi avanti, ve ne sarò molto grata!
Attenzione: i seguenti commenti contengono qualche spoiler.
Lovely Complex
Risa Koizumi è una studentessa delle superiori alta 170 centimetri, molto più della media; il suo compagno di banco Atsushi Otani, nonostante i 156 centimetri di altezza, è una promessa della squadra di basket della scuola. I due hanno un rapporto fatto di bisticci e reciproche prese in giro, tanto da essere considerati a scuola come un duo comico. Il loro rapporto cambia quando Risa si rende conto di provare dei sentimenti per l’amico.
Lovely Complex ラブ★コン è un anime ironico, la cui forza è tutta nei due protagonisti: buffi, chiassosi e un po’ lenti di comprendonio, mostrano una sintonia totale che ricorda quella di Ryūji e Taiga di Toradora! (a cui, non a caso, Lovely Complex è spesso paragonato). Se in molte opere shōjo i personaggi si innamorano dell’idea dell’altro, o semplicemente perdono la testa per il più figo della scuola, Koizumi e Otani hanno tanto in comune e l’innamoramento sembra lo sviluppo più naturale del loro rapporto. E qui entra in campo la differenza di statura, che può sembrare ad alcuni un ostacolo da nulla, ma non è proprio irrilevante quando si è adolescenti e il proprio corpo riempie un po’ tutti di complessi e sensi di inadeguatezza.
Risa, come tante protagoniste di shōjo, non ha grandi doti e non sa nemmeno cosa voglia fare nella vita, ma invece di piangersi addosso (o meglio, oltre a piangersi addosso) ce la mette proprio tutta per poter stare insieme alla persona che ama, nonostante l’ottusità sconcertante e le molte titubanze di lui. Fare il tifo con lei, provare empatia nei suoi confronti, mi è venuto naturale: non mi arrendo, ce la metterò tutta, continua a ripetersi, fino a farglielo entrare in testa a forza, a quello zuccone, che sono fatti per stare insieme nonostante tutto.
Infine, nota del tutto personale, una delle cose che ho maggiormente amato di quest’opera è che, essendo ambientata a Osaka, tutti i personaggi parlano uno sguaiatissimo Kansai-ben (dialetto del Kansai), così baka (idiota) diventa ahō, il tono degli arigatō è tutto un su e giù, e mi sento un po’ a casa.
Kimi ni todoke
Sawako Kuronuma è sempre stata incompresa dai compagni di scuola, che la chiamano Sadako (come la protagonista di The Ring) a causa del suo aspetto spettrale. Quando Shōta Kazehaya, un ragazzo dal carattere solare e amato da tutti, inizia a comportarsi in modo amichevole con lei, a poco a poco la vita di Sawako cambia.
Kimi ni todoke 君に届け (Arrivare a te) non è soltanto una storia di amore, ma è una storia di amicizia, crescita e maturazione, con il grosso pregio di mostrare personaggi a tutto tondo anche tra le schiere dei comprimari. Per Sawako, le amiche Chizuru e Ayane non sono in nessun modo seconde per importanza a Kazehaya, e anzi proprio l’accettazione e l’affetto di queste è la molla che le permette di acquisire finalmente fiducia in sé e il coraggio di rapportarsi con gli altri senza sentirsi costantemente in posizione di inferiorità.
Sawako è piena di insicurezze e ha la lacrima facile, oltre ad essere del tutto inetta nei rapporti interpersonali – ragione per cui la sua quotidianità è costellata di fraintendimenti – ma ce la mette tutta per proteggere le cose a cui tiene, e durante la serie evolve in modo assolutamente coerente con la propria personalità, prendendo infine in mano la propria vita.
I personaggi di Kimi ni todoke si fanno volere bene con facilità, ma tra tutti quello che mi ha più toccata è la manipolativa Kurumi, rivale in amore di Sawako, fragile come solo le ragazze belle e ammirate da tutti sanno essere davanti all’unica persone che vogliono e non potranno mai avere.
La serie è un mix equilibrato di divertimento e serietà, che mostra i cambiamenti di umore tramite la deformazione dei personaggi (soprattutto Sawako) in figurine chibi. Se da adolescenti non eravate il ragazzo popolare o la ragazza a cui tutti facevano la corte, ma piuttosto quella persona che per timidezza si sentiva sempre lasciata un po’ da parte, questa serie fa per voi.