Short-Kipple 2011 - I vincitori
Creato il 23 gennaio 2012 da Narratore
@Narratore74
Il premio Short-Kipple 2011, indetto dal sito Kipple Officina Libraria, è stato vinto da Giuseppe
Agnoletti e Domenico Mastrapasqua, rispettivamente con i racconti Le balene di
Math e Zombie Carpocalypse.
Giorni fa mi è stato
proposto di recensire questi due racconti, usciti sia sotto forma di un ebook, sia in versione cartacea, entrambi acquistabili sul sito Kipple.
Premetto che, vista
la mia recente comparsa in questo mondo chiamato blogsfera, non mi era mai
capitata una proposta simile. Mi sono documentato un po’, o chiesto ad alcuni
amici cosa fosse meglio fare e alla fine, visto che i suggerimenti andavano in
due direzioni ben distinte e opposte, ho pensato di accettare l'offerta e
provare a cimentarmi in questa novità, almeno per il sottoscritto.
Visto che i due
racconti sono di molto differenti l'uno con l'altro, sia sotto il punto di
vista delle ambientazioni sia come stili di scrittura, ho deciso di recensirli
separatamente.
Le balene di Math
Primo racconto
dell'ebook e anche il più breve. L'ambientazione è prettamente fantascientifica
e ci trasporta su un mondo ricoperto interamente di acqua, Math. Su questo
mondo vivono dei cetacei enormi, le suddette Balene di Math, che vengono
cacciate da baleniere terrestri per le loro carni e, non ultimo, per il potere
afrodisiaco della loro ghiandola pineale.
Sulla Terra le
balene si sono estinte da tempo, ragione per cui l'uomo ha cercato un nuovo
terreno di caccia per continuare questa pratica, che già di per se sarebbe buon
terreno per parlarne ore. Su questo pianeta vivono solo due persone, due
ragazze, Hela e un'altra, di cui però non conosciamo il nome e che è la
coscienza narrante della storia.
Fin dalle prime
battute ci viene mostrato il rapporto intenso e profondo che lega le due, un
rapporto che sfocia in una violenza sadica mescolata a scene di sesso descritte
molto chiaramente.
Tutto il racconto si
basa su questo, sull'incrinarsi di un rapporto e sulle conseguenze di
questo. Uno dei punti di forza di questo
racconto è proprio l'ambientazione e il contesto in cui le protagoniste si
trovano: il periodo prestabilito per la loro permanenza sul pianeta è già
deciso, non è permesso andarsene se non perdendo l'intero salario. Questo le
costringe ad una convivenza solitaria, in un mondo su cui predomina il colore
dell'oceano e il canto delle balene.
Solo nell'epilogo,
che non svelerò per non rovinare la lettura a futuri fruitori di quest'opera,
viene a galla la verità. Avviene in un attimo, senza dare il tempo al lettore
di abituarsi all'idea e quando finalmente si riesce ad accettare l'idea tutto finisce.
Lo stile de Giuseppe
è diretto, in alcuni passaggi quasi violento, e spesso rende bene l'atmosfera
generale. Però, come ho accennato prima, il racconto subisce l'influsso di una
problematica, a mio avviso molto importante: è troppo corto.
Certo, diranno
alcuni, si trattava di un concorso per corti, che ti aspettavi? È vero, su
questo sono d'accordo, però sono altrettanto sicuro che qualche pagina in più
avrebbe accresciuto il legame con le due protagoniste e avrebbe rafforzato
l'impatto del finale.
Ovviamente questa
rimane una mia opinione, come al solito.
Voto 7
Zombie Carpocalypse
Questo terreno mi è
sempre stato congeniale. Zombie, non morti, infetti rabbiosi, sono il mio pane,
senza non potrei vivere, ed è quindi naturale che il secondo racconto di questa
selezione mi abbia coinvolto maggiormente.
Tutto supportato
anche da una lunghezza maggiore rispetto al primo.
Veniamo subito
inseriti nella storia, già dalla prima riga. Tutto è già successo, gli zombie
esistono già e non ci viene mostrato come l'epidemia ha preso vita. Garrett, il
protagonista, è alle prese con
l'esplorazione di una vecchia biblioteca, in compagnia di Tripp, classico
spocchioso che gira con una mazza da baseball.
Fin da questi primi
accenni capiamo però che questa non è un epidemia zombie come quelle a cui ci
hanno abituato anni di cinema e di letteratura, no, stavolta gli zombie sono
ben diversi. E parecchio pericolosi.
La storia viene
narrata sotto forma di scene, staccate l'una dall'altra da salti temporali,
quasi che l'autore abbia voluto eliminare tutti quei passaggi inutili e lenti,
preferendo concentrarsi sull'azione e sulle sue conseguenze.
Sì, perché in questo
racconto di azione ce n'è da vendere!
I sopravvissuti,
pochi peraltro, si trovano a dover combattere una guerra impari contro zombie
armati di tutto punto, corazzati come carri armati e chiamati comunemente
zombie-tank. A questi si aggiungono i mollicci, zombie dall'aspetto fragile e viscido che attaccano le persone
e ne divorano il cervello. Nessuno sa come si trasmetta la malattia ne cosa la provochi. L'unica cosa certa e che non
avviene tramite il classico morso o lo scambio di fluidi corporei, e questa è
una delle differenze che scostano il racconto dal genere classico in cui
s'inserisce.
I tank sono robusti, indistruttibili nemmeno con granate
o c4, e armati con cannoni ad energia, anch'essi di natura sconosciuta.
Come ho detto, una
guerra senza possibilità di vittoria per gli umani, costretti a cercare forme
di sopravvivenza al limite della propria umanità. Gli zombie non lasciano
tregua, distruggono le fonti di carburante impedendo la fuga e devastano tutto
quello che incontrano.
Devo ammettere che
il primo impatto nei confronti di questa anomala invasione di zombie dall'aria
militare e organizzata, mi ha spiazzato non poco. Però, nel corso della
lettura, ho avuto modo di apprezzare lo stile di Domenico, il suo dettagliare
ogni arma, ogni assalto, nei minimi particolari, infondendo a tutto un taglio
molto più da film di guerra piuttosto che da storia horror e basta.
C'è sangue, c'è la
morte, ci sono gli zombie e ci sono un sacco di armi e di azione. Forse non
piacerà ai puristi del genere, su questo sono quasi sicuro, ma sento di essere
nel giusto quando dico che qui c'è del buono. Parecchio.
Solo una critica: il
finale è troppo secco, lascia interdetti e sa molto di "il seguito nella
prossima puntata". Non so se davvero ci sarà un seguito o se era nelle
intenzioni dell'autore di spiazzare così il lettore, lasciandolo solo a decidere
come vorrebbe veder conclusa la vicenda.
A me non è piaciuto,
lo ammetto, ma è l'unica nota negativa che mi sento di muovere a questo Zombie
Carpocalypse.
Concludendo.
Due buoni racconti,
forse il secondo un po’ meglio del primo ma come ho detto potrei essere stato
influito dalla mia passione per gli zombie, che si presentano in una veste
grafica molto professionale e ben strutturata. l'impaginazione dell'ebook è
praticamente perfetta, senza caratteri che se ne vanno dove gli pare o
paragrafi staccati fra di loro senza apparente ragione. Altra nota di merito è
l'assenza di DRM; è vero che l'ebook costa solo un euro, mentre la versione in
cartaceo ne costa 3, ma la scelta di non utilizzare drm per proteggere i propri
ebook, a mio avviso è significativa ed esemplare.
Devo però ammette
che nella realizzazione tecnica ho trovato qualcosa che non mi sono riuscito a
spiegare: i due racconti non sono divisi fra loro, non hanno un loro titolo
all'inizio, copertina a parte, e ci si ritrova a leggere il secondo senza
preavviso, nemmeno una pagina bianca. La domanda che mi sorge spontanea è:
perché?
Un suggerimento ai
curatori dell'ebook: aggiungete questi benedetti titoli, davvero. Daranno un
punto in più all'impaginazione e doneranno quel distacco che per logica ci deve
essere fra i due racconti.
Potrebbero interessarti anche :