Si chiama SESSA, è la nuova tassa sulla Tosse

Creato il 29 gennaio 2014 da Webmonster @mariomonfrecola

Dopo un lungo iter burocratico, la nuova tassa sulla tosse è legge.
Voluta fortemente dal Ministro del Lavoro («così i fannulloni ci penseranno due volte prima di assentarsi per malattia»), benedetta dal Dicastero della Salute («i cittadini finalmente rifletteranno sulla prevenzione») l’imposta entrerà in vigore da oggi e – probabilmente – scadrà la prossima primavera (ma fonti non ufficiali parlano di una proroga per l’inverno).

Le casse dello Stato sono in deficit ed è giusto che a contribuire sia soprattutto chi – vuoi per superficialità, vuoi per una debolezza naturale – si ammali per diventare egli stesso fonte di contagio. I dati sono sconfortanti: l’ISTAT stima in una perdita per l’INPS di quasi novecento euro al giorno per ogni abitante onesto influenzato (la cifra schizza a millecento se si tratta di un lavoratore in nero).

Il Governo, difronte a questo sperpero, è corso ai doverosi ripari: con la SESSA (Salute ESoldi Senza Allergia) si prevede un introito immediato di circa cinque milioni di euro (il picco dell’influenza è tra dicembre e marzo) ed i ricavi saranno destinati per alleviare le difficili condizioni dei mafiosi condannati al carcere duro (il famigerato 41bis).

La tassa non sarà uguale in tutta Italia, difatti è passato un emendamento della Lega («da noi fa più freddo ed il virus è più aggressivo») per cui si pagherà di più al Sud e la cifra diminuirà verso il Nord. I grillini, invece, hanno subito lanciato un referendum on-line per capire quanti degli iscritti al M5S usino il vaccino. Il PD, invece, si è spaccato: l’ala comunista difatti ha chiesto l’esenzione per gli allergici ma i filo governativi hanno respinto la mozione e dopo la minaccia di dimissioni del segretario si è giunto al compromesso che scontenta tutti: «esenti gli allergici da almeno trent’anni». Forza Italia ed il Nuovo Centro Destra in una nota congiunta dichiarano soddisfatti: «la tassa non toccherà chi guadagna più di 40mila euro».

Sono pronti gli spot televisivi da trasmettere in prima serata a reti unificate (Mediaset e Sky comprese): «prima di tossire, pensaci».

MMo



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