di Pierfranco Bruni
Le parole hanno un senso sino a quando le labbra non sono un amplesso di tocchi e di immagini, di pelle e di carne che incide l’anima. Si sono amati per un bacio? Si ameranno per tanti altri baci e per un amore.
Forse c’era una volta una donna che aveva gli occhi che parlavano di assenza e malinconie. Poi quegli occhi hanno toccato il sorriso. C’è sempre un sorriso che apre la via dell’amore e l’infinito può essere un eterno. Lui toccò leggermente le ali di una farfalla che si era posata sui suoi capelli e si raccontò recitando:
“Già, c'è un foglio bianco dimenticavo ma tutto ha un senso sarai tu a scriverlo sarò io a leggerlo e poi io a scriverlo e tu a leggerlo e le parole saranno acqua di roccia nel tuo nel mio cammino per tracciare l'infinito nei tuoi occhi d'Oriente amata mia”.
Forse ci sarà o forse c’era una volta. Ma non bisogna mai perdere una sola lancetta dell’orologio che bussa nel cuore. Bisogna viversi vivendosi. Il vento continuò con tagliare le parole, ma di parole non si aveva bisogno. L’amore ha un senso nel giorno in cui le due voci si scontrano. La ragione e l’anima, il cuore e la passione. Mai slegare la passione al cuore. Forse questa storia avrà un viaggio. Lui si affacciò dalla finestra dove il mare ingoiava la sabbia e recitò nuovamente:
“... sai di Oriente come onda che tocca il vento dei deserti ed hai labbra giocate tra le mie dita e aspettarti è un eterno e già ti cerco non rinunciare a domani domani io e te questa immensità ha le mie mani tra i tuoi capelli non tardare il tempo non offre appuntamenti ma tu cercami prima che il crepuscolo sia notte e sul tuo seno una farfalla...”.
Poi tutto il resto sarà una favola o una avventura? Forse? Ma l’uomo che aveva scritto della donna dagli occhi d’Oriente disse: “Bisogna sempre cercare la favola, perché senza la favola tutto diventa avventura e l’avventura ci rende marinai senza mare e senza barca. Io ho baciato quelle labbra e quella bocca che hanno il profumo della conchiglia, che ha echi di distanze d’epoche e in lei ho toccato le vicinanze dell’aurora proprio mentre il dio del Sole mi raccontava i segni della contemplazione e questo amore sarà la mia salvezza o la mia partenza…”.
Forse c’era una volta una donna che restò abbracciata ad un uomo per lungo tempo e l’uomo le accarezzo i capelli e poi il viso e poi le loro labbra si sono recitati la vita. Forse? C’era una volta un uomo che rimase a guardare la luna e poi la luna raccolse il suo respiro e camminò tanto sino a raggiungere la donna dallo sguardo d’Oriente. Una volta raggiunta le regalò il respiro dell’uomo che aveva baciato le sue labbra e accarezzato i suoi capelli. Da quel giorno non c’è più il forse e neppure il c’era una volta… Quella donna è forse un misterioso cammino nel suo mistero e quell’uomo forse dialoga ancora con la luna…
(Da una Leggenda Armena reinterpretata e curata da Pierfranco Bruni)