Si dimette Martone Senior. Ma perché?

Creato il 13 marzo 2012 da Thefreak @TheFreak_ITA

Oggi si dimette ufficialmente Antonio Martone dalla presidenza della CIVIT (Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche), non per incompatibilità di cariche, non per pensionamento obbligatorio, non per motivi legali, ma solo per evitare insinuazioni, strumentalizzazioni e malelingue riguardanti suo figlio, il viceministro al Welfare Michel Martone.

Oggi, si dimette un uomo che ha dato tanto allo Stato. E ancora molto avrebbe potuto dare, se non si fosse fatto convincere da nemici e da chi fa troppo rumore per nulla.

L’aggettivo “Senior” è un’offesa per lui, identificato per essere il padre di un giovane viceministro e non per quello che rappresenta e che ha rappresentato.

In pochi mesi hanno buttato fango su un uomo di “altissima” cultura e professionalità.

Alcuni dati:

Quasi quarantacinque anni di appartenenza all’ordine giudiziario.

Venticinque anni di esercizio delle funzioni giurisdizionali presso la Corte di Cassazione.

Tra i magistrati che hanno partecipato al maggior numero di udienze.

Lo hanno accostato alla P3 ma lui stesso ha dichiarato:

  1. non ho mai conosciuto o incontrato Bisignani;
  2. ho conosciuto Papa negli anni ’90, in quanto magistrato aderente alla stessa corrente all’interno dell’Associazione Nazionale Magistrati, ma non ho mai avuto con lui particolari rapporti;
  3. come già precisato innumerevoli volte, non ho partecipato a cene a casa dell’On. Verdini. Una sola volta, invitato a una colazione alle ore 13.00, sono arrivato a casa Verdini con quasi due ore di ritardo, come deve risultare dalle intercettazioni telefoniche, e mi sono trattenuto per pochi minuti per poi tornare in Cassazione. Ignoravo che sarebbe stato presente anche Flavio Carboni che del resto, secondo quanto mi è stato detto risultare da una intercettazione, il giorno successivo si è vivacemente lamentato della mia presenza.

E c’è da credergli, perché i fatti son questi. Nessuna denuncia, nessuna condanna. Solo insinuazioni. Solo tanta invidia.

The Freak non è parziale, almeno cerca di non esserlo dal punto di vista politico, ma dal punto di vista intellettuale invita a riflettere.

Pensate che due giorni fa una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa a Marcello Dell’Utri, senatore del PDL e “migliore amico” di Silvio Berlusconi, è stata annullata dalla Suprema Corte di Cassazione e il processo si dovrà ripetere, dal grado più basso, e il reato cadrà in prescrizione nel 2014.

E in molti si sono indignati per questa scelta, gridando al complotto, perché ritenevano l’accusa fondata.

Ebbene, dopo quattordici anni, molto probabilmente ci troveremo a chiedere scusa a Marcello Dell’Utri, perché per la legge potrebbe essere considerato non colpevole, o, al massimo, non condannabile, se il reato dovesse cadere in prescrizione.

Allora lui cosa avrebbe dovuto fare? Dimettersi quattordici anni fa, data d’inizio del processo in cui era imputato. E invece cosa ha fatto? Non solo non si è dimesso, ma fino ad ora continua a fare politica attiva.

Invece Antonio Martone – che è un panda bianco in via d’estinzione, un uomo vero, senza macchia e che non merita di essere trattato come un colpevole (di cosa poi?), ha deciso di essere superiore alla stessa legge, all’opinione pubblica, e di farsi da parte, nonostante non abbia nulla da recriminarsi, nonostante non debba difendersi da accusa alcuna.

Non è giusto. E l’Italia se ne pentirà.


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