Si è conclusa la 14 esima edizione del Udine Far East Film Festival
Creato il 30 aprile 2012 da Alessandraz
@RedazioneDiario
Pubblicato da
Elena Bigoni
Cari lettori,
alcuni giorni fa vi avevamo parlato di questo Festival tutto orientale, che sa portare nella piccola città di Udine e in Occidente le pellicole più interessanti del panorama asiatico. Un viaggio alla scoperta di nuove cinematografie e di una sensibilità diversa nel raccontare il mondo, attraverso film divertenti o dalla potente forza espressiva.
Un festival che anche quest’anno si chiude con un bel segno più! Ottime le pellicole presentate; un’organizzazione che cerca di ovviare ai problemi dovuti alla grossa affluenza di spettatori e una città che – nel suo piccolo – si è trasformata: aprendo le piazze, i palazzi storici e piccoli scorci per le numerosi attività e manifestazioni collaterali che si sono svolte durante il corso del Far East Film Festival.
Cari lettori, potrei presentarvi il volto sgargiante, divertente e quell’anima Pop che contraddistingue il far East film festival ma preferisco focalizzare la mia attenzione sui film vincitori dei premi Audience per potervi dare un reale scorcio di cos’è il Far East film festival, e cosa la cinematografia orientale può offrire agli spettatori Italiani che conoscono il mondo orientale filtrato solo dai grandi concorsi internazionali e nazionali e dalle mode. Il film – che ha conquistato tutti gli spettatori – senza alcun dubbio è stato Silenced, film del regista coreano Hwang Dong-hyuk, vincendo sia l’audience Award (votazione fatta da tutti gli spettatori presenti in sala durante la proiezione) che il Black Dragon Audience Award (votazione fatta dagli spettatori accreditati Black dragon).
Silenced è un film potente, duro e drammaticamente vero. Narra la battaglia di un giovane insegnate e di una attivista dei diritti umani, per dare giustizia in tribunale ad un gruppo di allievi non udenti sottoposti a torture e sevizie da parte del corpo insegnante e dei alcuni funzionari scolastici. Una storia commovente, intensa, dolorosa che trova le sue radici in un fatto realmente accaduto in Corea e che nel 2000 scosse profondamente l’opinione pubblica. Silenced nasce da una storia vera ma nasce, soprattutto, grazie a un libro pubblicato on-line a puntate nel 2009 dalla famosa scrittrice coreana Gong Ji-young ( Le nostre ore felici, Come una sorella) dal titolo The crucible, e che ha avuto più di 16 milioni di contatti. Il libro è stato la forza trainante del film che presto però è riuscito a portare la storia ad un altro livello, non solo grazie alle magistrali interpretazioni degli attori ma anche alla forza e all’impatto espressivo e visivo con la trama portava con sé. Date un’occhiata al trailer (anche se solo in lingua originale, sottotitolato in inglese – ahimè), per capire l’impatto emotivo di questo film. QUI
Il secondo posto dell’Audience Award va, invece, ad un film cinese del regista DU Jiayi One mile above, ispirato alla novella Zhuan Shan dello scrittore taiwanese Xie Wanglin. One Mile Above è la storia di un viaggio, una riscoperta di se stessi e della propria strada nella vita. Un film che conquista lo spettatore per il ritmo, la forza espressiva dei personaggi e le musiche che fanno da perfetto contraltare alle sublimi immagini dei panorami attraversati dal protagonista. Durante il corso della storia vedremo il giovane protagonista Zhang Shuhao, intraprendere un viaggio in onore del fratello morto, che lo porterà per da Lijiang, una piccola città nella provincia meridionale dello Yunnan (Cina), fino a Lhasa in Tibet in bicicletta. Trailer : QUI
“Non volevo girare un film per mostrare solo le bellezze del panorama dello Yunnan e del Tibet. Volevo fosse piuttosto un film sulle persone e sui loro sentimenti. Non penso che Shuhao sia eroico. Nel suo viaggio, egli scopre una qualità inflessibile innata nelle persone, quella di cercare il valore vero e il potere intrinseco nascosto nella vita”. Il regista DU Jiayi
Il terzo posto, invece, se lo è aggiudicato un altro film coreano: The front line di Jang Hun. Una pellicola che parla della Guerra di Corea, mostrandoci – con tutto il vigore e la forza espressiva – la follia e il costo della guerra in termini di vite umane, dando poca enfasi alle questioni nazionaliste o alle prodezze virili. La Guerra di Corea iniziò nel giugno del 1950 e si concluse nel luglio 1953, ma tutte le drammatiche avanzate e ritirate attraverso la penisola coreana ebbero luogo durante il primo anno. Dal luglio del 1951 fino alla fine della guerra, si arrivò a un punto morto e non ci fu praticamente nessuno scambio di territori. Questo, però, non significa che non ci fossero combattimenti: anche mentre i negoziati per l’armistizio si trascinavano, i soldati che si trovavano al fronte combattevano disperatamente per accaparrarsi porzioni anche minime di territorio perché tutti sapevano che – una volta firmato l’armistizio – la linea del fronte avrebbe costituito il nuovo confine tra il Sud e il Nord. The Front Line si svolge su una delle tante colline che furono accanitamente contese tra i due eserciti, che si fronteggiavano durante quel biennio. Mentre molti film di guerra sono ambientati in ampie fasce di territorio, in questo i soldati vanno su e giù per la stessa collina, avanzando e battendo in ritirata in mezzo a scene di sanguinosi massacri finché tutti quegli sforzi cominciano a sembrare insensati e assurdi.
(fonti trama: Far East Film Festival)
Trailer: QUI
Segnaliamo inoltre anche il Mymovie Audience Award che va a Thermae Romae del regista giapponese Takeuchi Hideki, e tratto dal manga di Mari Yamazaki (pubblicato in Italia dalla Star Comics). Un film, genere peplum fantasy, che narra le avventure dell'architetto Lucius che, nella Roma di Adriano, si occupa della progettazione di terme. Egli un giorno si ritroverà in un bagno pubblico del Giappone odierno, dopo essere stato aspirato da un buco sul fondo di una grossa vasca. Iniziano così una serie di "trasferte" del curioso architetto, che farà la spola tra le due ere per carpire i segreti del Giappone tecnologico ed applicarli alla vita nel passato. La pellicola stranamente non vuole mettere a paragone i due mondi ma preferisce raccontare le due culture che del mondo, hanno saputo rendere il bagno e le terme una vera e propria arte e piacere.
Trailer: QUI
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