Nadia Urbinati, studiosa concittadina che insegna Scienze politiche alla Columbia University di Nuova York,
ha rilasciato un'interessante intervista al "Corriere di Romagna" (16.8). La si potrebbe riassumere con le tre parole che ha usato passando in rassegna i problemi di Rimini: la città ha bisogno
di "coraggio per cambiare". Ci sia consentito di segnalare che alla prof. Urbinati va il merito di aver discusso del presente e del futuro di Rimini, senza citare Fellini che fa parte ormai della
insopportabile retorica da "un tanto al chilo", alla quale nessuno vuole sottrarsi quando affronta simili questioni.
Nelle scorse settimane ci è capitato di descrivere lo spirito archeologico della vita politica locale che ha lasciato deperire il centro storico, afflitto dai ruderi di palazzo Lettimi, e dai
fantasmi del teatro Galli e del meraviglioso anfiteatro svanito dalla memoria collettiva e dai progetti pubblici.
La prof. Urbinati ha dichiarato che il centro storico di Rimini è dominato da un "senso di sciatteria e di abbandono". E che il castello malatestiano "resta soffocato da un parcheggio".
L'immagine della piazza principale della Rimini medievale, è oggi desolante. Per parecchio tempo alla città è stato offerto come tranquillante il sogno del fossato del castello che doveva
rivoluzionare tutto, e che rassomiglia tanto al progetto del trasporto rapido costiero.
Sulla piazza del castello, la prof. Urbinati ha precisato: "Ancora una volta manca una visione di recupero. È un problema generale, mi sembra, non solo dei politici: gli operatori investono meno
nella riqualificazione delle aziende turistiche che nell'acquisto di case, contribuendo così alla cementificazione. È una catena infernale della quale sembra che nessuno si renda conto. Ma non si
può andare avanti a lungo...".
Circa il metrò di costa, la prof. Urbinati ha puntualizzato: a Bologna un esperimento simile "si è rivelato un bluff, un errore (carissimo)". Ed ha suggerito un'iniziativa politica rivolta a far
dirottare i fondi del trasporto rapido costiero verso l'emergenza attuale, "il vero problema urgente: la salute del mare". E questo perché il nostro sistema fognario è stato costruito "per un
Comune che non aveva la popolazione della capitale del turismo".
La stoccata più severa è nel passo in cui la prof. Urbinati sintetizza la propria opinione sul mondo riminese: in tutte le sue componenti politiche e civili, esso da varie generazioni ha una
visione miope dei problemi. [XXX, 1051]
Antonio Montanari
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il Ponte, Rimini, settimanale, 28.08.2011