Si fa presto a dire Vampiro... L'opinione
Creato il 12 aprile 2012 da Tuttosuilibri
@irenepecikar
A cura di Jariel
Alcuni dei lettori più giovani di questo blog,
probabilmente, saranno convinti che stiamo passando un periodo d'oro per i
vampiri.
Se ne parla sempre, sono usciti migliaia di libri su
questi fascinosi esseri delle tenebre, seguiti a ruota dagli angeli nello
sviluppo di questo trend.
E tutto questo grazie a un’opera massima: Twilight,
di Stephanie Mayer.
Lasciate che vi dica una cosa: vi sbagliate. Voi non
state vivendo nell'epoca d'oro per i vampiri, voi state vivendo nel suo
declino.
Perché ve lo dico? Perché io, assieme a molti altri,
l'epoca d'oro dei vampiri l'abbiamo vissuta veramente - abbiamo visto il
Dracula di Francis Ford Coppola camminare nel suo affascinante vestito, con i
famigerati occhialini tondi a specchio, alla ricerca di prede, abbiamo visto il
dramma di Louis, un uomo che ha vissuto i suoi secoli come creatura delle
tenebre, e Lestat, il suo sadico, tormentato sire come ci sono stati descritti
dai romanzi di Anne Rice Intervista col
Vampiro e La Regina dei Dannati.
Abbiamo anche visto cose più leggere, come ad esempio
Buffy. Era serio? Nah, non tanto. Ma aveva una sua atmosfera, e anche in quel
caso i vampiri avevano una certa dignità.
Come ragazzo di quel periodo, anch’io sono stato
ovviamente affascinato dalla figura dei vampiri: e come potevo non esserlo?
Come ragazzo appassionato di fantasy, di letteratura, il tipo di storie che
coinvolgevano i vampiri erano sempre interessanti: storie cupe, in cui regnava
un'atmosfera gotica e angosciosa, creature della notte che vivono la loro
dannazione predandosi del sangue dei viventi...
Ovviamente per un ragazzo era fantastica come cosa.
Poi sono cresciuto un po', e ho conosciuto i giochi di
ruolo. Per chi non conoscesse il genere, il gioco di ruolo è quello che si può
definire una specie di 'teatro'. Alcune persone si ritrovano attorno a un
tavolo, e a seconda del setting i giocatori si fanno i loro personaggi, e li
fanno 'vivere' ed agire all'interno di quel mondo, guidati da un 'narratore'
che rappresenta il mondo attorno a loro. Forse la spiegazione non era molto
chiara, ma spero si sia capito.
Perché tiro fuori i giochi di ruolo, vi chiederete?
Perché proprio in quel campo è uscita quella che, almeno a mio avviso, era
l'ambientazione e la visione perfetta dei vampiri.
Vampire: The Masquerade era un gioco di ruolo della
Whitewolf, ambientato in un setting più grande, il Mondo di Tenebra: un mondo
carico di misteri, di creature legate all'ignoto come spiriti, changelings,
lupi mannari, maghi, e appunto vampiri, probabilmente i più conosciuti del
gruppo.
Nel Mondo di Tenebra, i Vampiri sono divisi in tredici
clan, e in due principali 'fazioni politiche': Una fazione, la Camarilla, che
predica l'integrarsi con la società, il nascondersi dagli occhi dell'umanità in
quanto, per quanto potenti, gli uomini sono ancora molto più numerosi: questa è
la base della Masquerade, la legge omnia che predica il divieto di rivelare la
propria natura agli umani. Poi c'è il Sabbat, una fazione caotica e anarchica,
che al contrario della Camarilla predica il regno dei dannati, il dominio delle
'vacche' (gli esseri umani).
E questa era solo la punta dell'iceberg: uno dei temi
principali del gioco era l'affrontare la propria immortalità e la propria
dannazione, il cercare di aggrapparsi a quel poco che rimane della propria
umanità, sapendo perfettamente che un giorno la Bestia, il demone che ora
risiede al posto della tua anima, che ti divora con la sete, un giorno prenderà
il sopravvento, un giorno della tua vita immortale nella quale non potrai più
godere della luce del sole...
E questa lotta con se stessi andava di pari passo con
gli intrighi politici, con le rivalità tra i clan, gli interessi dei vari
principati in giro per il mondo e i rischi che ogni notte comportava: Il
rischio di venire scossi dalla Sete e arrivare finalmente a uccidere un umano,
cominciando la vera discesa verso l'abisso. Il rischio di cedere alla frenesia,
o quello che il gruppo di cacciatori di vampiri che era sui tuoi passi fosse
sul punto di metterti le mani addosso, o che altre cose, ben peggiori,
trovassero il modo di ucciderti, mentre si viene invischiati in trame sempre
più fitte, e la fine del mondo, causata da Caino stesso, il primo vampiro
dannato da Dio, si avvicina sempre di
più, come detto dal Libro di Nod...
Questo era il vampiro con cui sono cresciuto. Questo è
l'ideale di storia di vampiri, una storia dall'ampio respiro, con l'angoscia
che ti attanaglia mentre vivi assieme ai personaggi una discesa sempre più
incontrollabile verso l'abisso, o la crudeltà di una di queste creature che si
abbandona alla propria bestia.
Bram Stoker
Questo è il vampiro di cui parlava Bram Stoker, questo
è il vampiro di cui parlava Anne Rice.
Poi, d'un tratto, compare il volto sbrilluccicoso di
Edward Cullen. E all'improvviso si apre la mania per i vampiri, e il cuore mi
batte forte in petto: rabbia o follia, non lo so: forse è lo stesso Rotschreck che coglie un
cainita di fronte a un fuoco incontrollato.
Eppure, io mi ci sono impegnato: ho letto i libri
(molto tempo prima di questo post, c'è da dire, quindi non me li ricordo bene,
e non li nominerò qui) e sopratutto ho visto i film, che sono quello che ha
reso il fenomeno ancora più mainstream. Come era prevedibile, la visione mi
lasciò alquanto sconvolto, per vari motivi: la trama era piena di buchi, la
storia non stava in piedi, e ci sono alcune cose che non hanno il minimo senso
(sopratutto nei film, li ho rivisti ultimamente). Se dovessi stare qui a
contarli tutti, questo post durerebbe tre volte tanto.
Però poi ci ho pensato: questo speciale è sui vampiri,
giusto? È uno speciale sulla figura del vampiro, quindi ho pensato ai 'vampiri' di Twilight, cercando di
tenerli fuori dalla storia che ci viene propinata.
I Vampiri sono... accettabili, presi singolarmente.
Sopratutto il cast di contorno, non è male per nulla: Alice e Harpo, Emmet e
Rosalie, Carlile e la moglie di cui non ricordo il nome neanche a morire. Posso
anche accettare che la loro biologia non abbia senso, che riescano a concepire
normalmente (...wat) e che brillino al sole, per quanto stupido che sia.
Poi...arriva il momento di prenderli come una razza. E
qui cominciano le note dolenti. La famiglia Cullen è ancora ancora accettabile
(anche se non riesco a capire come gente che ha TUTTA GLI OCCHI AMBRATI non
desti un qualche sospetto. Seriamente, sono i vampiri più evidentemente vampiri
che abbia mai visto.). Poi ci sono i Volturi.
Oh, i Volturi.
Un gruppo di persone che si vestono come se fossimo
nel '400, che vivono nei sotterranei di una piccola cittadina italiana e che si
divertono a governare il mondo dei vampiri.
Ok, qualcuno mi dica chi ha avuto la splendida idea di
mettere i Malkavian al comando. Avanti.
Un gruppo di vampiri che può controllare tutto il
mondo di tenebra di Twilight, e che hanno una legge incontestabile che
impedisce ai vampiri di mostrarsi al sole (perché ovviamente brillando
dimostrerebbero la loro natura di vampi-no spe...) MA, i Volturi possono
tranquillamente far sparire un'INTERA COLONNA DI TURISTI. Non sto scherzando,
guardate New Moon: un'intera colonna di turisti, con tanto di guida, va a fare
da pasto ai Volturi.
Sono cose come queste che rendono i vampiri di
Twilight ridicoli: scelte talmente assurde e senza senso che non fanno che
piangere.
Ma alla fine il problema è che non stiamo parlando dei
vampiri solo come razza: una razza può avere senso, può essere fantastica, ma
se la storia non è solida, il tutto non regge.
E come se la cava Twilight (no, scusate: la saga di
Twilight) in quanto a storia di vampiri?
Male.
Molto, molto male.
Per quanto ridicoli, i personaggi secondari hanno un
minimo di piacevolezza. Quello che veramente rende la storia un buco nero, è il
focus della stessa: Isabella Swan, la famigerata Bella, e i due morti di patata
che le girano attorno, Edward e Jacob. E boy, oh boy. La storia tra loro è
veramente allucinante. Non c'è sacrificio: Edward può tranquillamente uscire di
giorno, basta che ci sia un po' di foschia. È un vampiro abbastanza giovane, si
lamenta di quello che gli è successo, ma il suo ruolo all'interno della storia
si riduce a quello del belloccio adorante e tenebroso, opposto al belloccio
adorante e focoso che è Jacob. Tutta la storia di Twilight, alla fine, si
riduce a una tremenda fanfiction, una love story che di love ha poco o nulla:
Bella ed Edward non hanno niente in comune, se non l'essere scritti nello
stesso volume. La loro attrazione non si spiega in nessun modo, non si spiega
l'ossessione di Edward con lei (sì, sì, lo so che si parla del fatto che 'non
può leggerle i pensieri'. Non mi basta). L'intera saga si basa solo sui loro
dialoghi adoranti, e sui capricci di Bella per diventare vampira, solo perché
così Edward non potrà mai lasciarla, e potrà continuare a essere il peso morto
della storia.
Io ho fatto anche un esperimento, eh: ci ho pensato
attentamente. Come sarebbe stato Twilight senza Bella Swan? Ho preso come punto
per fare questo esperimento Eclipse, quello che più si adattava a questo
esperimento. Come sarebbe?
Una vampira, cacciata da Forks dai Cullen, una
famiglia di cainiti che si sta adattando alla società proteggendo gli umani, si
vuole vendicare della sconfitta da parte della famiglia Cullen e dell'uccisione
del suo compagno di vita, creando un esercito di neonati per portare un attacco
decisivo. I Volturi osservano interessati la scena, pensando già a come volgere
la situazione a vantaggio dell'intera comunità dei vampiri, tenendosene fuori
per vedere quale sarà lo sviluppo (insomma, stare anni chiusi in un museo ci si
rompe anche le palle.) Questo esercito viene scoperto dai Cullen, e si trovano
costretti a chiedere rinforzi ai Lupi Mannari, in una inusuale alleanza.
Ecco, non vi sembra già un film e un libro, se non
bello, passabile?
E invece ci ritroviamo con il vero problema della
serie, il personaggio umano: capriccioso, inutile, sadico, opportunista e
totalmente dipendente da chi gli sta attorno.
Il vampiro, in questo caso, è relegato ad un semplice
'belloccio generico' per far sbavare le ragazzine. E non parliamo di Jacob e di
come la sua situazione viene risolta in Breaking Dawn, per favore, che non ho
mai visto qualcosa di così cattivo gusto in vita mia.
Cosa voglio dire con tutto questo discorso? Semplice:
voglio che si torni a dare ai succhiasangue, alla creatura della notte, la sua
potenzialità. È troppo facile prendere una creatura solo perché è fascinosa e
'fa figo': ma il potenziale di queste creature è molto più alto! Si meritano di
più! È per questo che stiamo assistendo a un declino nella figura del vampiro:
da creatura affascinante e dannata, che solca le notti in un mondo gotico e perverso,
in una maledizione eterna, a una bambola di gomma con troppo glitter addosso.
Non sto dicendo che non deva esserci romanticismo
nelle storie di Vampiri: anzi, il romanticismo può essere uno dei punti chiave
nella vita di un vampiro, il suo tentativo di attaccarsi a qualcosa di umano e
di puro in una vita segnata dal peccato. O può diventare l'ultima perversione,
un amore tra dannati malato e insano fatto dai legami di sangue reciproci. Ci
sono migliaia di storie bellissime, ma tutte hanno un punto in comune:
profondità.
Cerchiamo di rimettere profondità a queste storie,
e cerchiamo di lasciare le fanfiction lì dove devono stare: ossia letture
piacevoli, ma non un fenomeno simile.
Per leggere l'intero speciale vampiri
clikka qui!
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