Impotente.
Miserrima.
Giorni in cui non riesco a spostare nemmeno di un grado il baricentro del mondo, in cui mi sento schiacciata e minuscola. Giorni in cui vorrei una mano sulla spalla, la rassicurazione che andrà tutto bene, quella che si dà ai bambini prima di andare a dormire. Me lo diceva mia madre ed io ci credevo.
Ci credo ancora?
Giorni sì, giorni no.
Oggi, ad esempio, è un giorno sì. Forse perché il sole occhieggia da dietro alle nuvole, perché il mio gatto mi si è accoccolato sopra alla pancia per darmi il buongiorno, perché l’Amoremio m’ha preparato la colazione e mi ha messo la marmellata sulle fette biscottate.
O forse solo perché è così, perché non si può stare di malumore per sempre e sempre rimuginare.
La vita fa schifo. Sì, lo so.
Devo rifare il terrazzo di casa e non c’ho una lira. Sì, lo so.
Al lavoro sono sottopagata. Sì, lo so.
Vorrei scrivere, ma non ho mai il tempo. Cani e porci scrivono libri, pure Flavio Insinna (l'ho visto in libreria, lo giuro!) e io no. Sì, lo so.
Devo incassare non so quanti soldi e chissà mai se li vedrò. Sì lo so.
Vorrei tante cose, e chissà. Sì lo so.
A gennaio faccio 37 anni e c’ho l’ansia. Sì. Lo so.
E quindi?
Non posso fare nulla di più di quello che già faccio, posso solo continuare a dare il meglio di me. Oggi, e dico oggi, visto che vedo il mondo non dico rosa, ma almeno colorato, mi sembra inutile innalzare inascoltabili peana alle divinità della sfiga e della frustrazione. Occorre essere lucidi e costrutti, le lacrime non servono a un bel niente.
Ecco, magari dovrei imparare a puntare di più i piedi, ad alzare la voce ed incazzarmi con le persone giuste. E dovrei sorridere di più. Distende i muscoli e osteggia le rughe.
Ah, le rughe.
Quelle sì che sono un problema…