Sì nucleare e sì rinnovabili: all’Italia serve un giusto mix energetico

Creato il 01 marzo 2011 da Pdigirolamo

Stanchi dei soliti video parodia-fuffa dello spot del Forum Nucleare Italiano (che nel frattempo è stato anche cambiato per renderlo ancora più trasparente di quanto già era)? Vi segnalo questo video qui , con Cetto La Qualunque che ci ricorda dell’italica propensione alle chiacchiere piuttosto che ai fatti. Un esempio? Sono di ieri le dichiarazioni del ministro Romani che ha parlato di una possibile revisione del decreto per rivedere “diritti e doveri” dei produttori di energia da fonte rinnovabile, in quanto gli incentivi sarebbero stati elargiti in maniera mediamente superiore a quelli europei e ciò avrebbe gravato in qualche modo sulla bolletta degli italiani. Prevedibilmente, queste dichiarazioni hanno scatenato una serie di polemiche, investite di bontà ambientalista, quando probabilmente a dare fastidio sarà solo una minore (e migliore) ripartizione degli incentivi statali. Anche in questo caso il capro espiatorio è stato il nucleare. Inutile parlare di mix energetico, la dicotomia energia nucleare/rinnovabili pare al momento insuperabile. Eppure, ne ha parlato in un lucido articolo, come suo solito, anche il professor Umberto Veronesi, capo dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, affermando che la crisi libica ha scoperto le carte riguardo la nostra debolezza energetica. Al momento il mix energetico italiano si limita a 5% fonti rinnovabili, 12% di idroelettrico e il resto petrolio, carbone e gas che provengono da paesi “instabili” o con una politica internazionale non troppo tranquilla. Davvero, non mi capacito come si possa criticare il ritorno al nucleare (accusandolo di ogni nefandezza possibile) quando lo Stato al momento investe più di 20 miliardi in un settore che produce poco meno del 5% dell’energia nazionale e per il resto si va avanti col petrolio libanese e con il gas russo. Non sarebbe maggiormente auspicabile un Piano energetico nazionale con un mix di rinnovabili e nucleare? Come ha scritto Veronesi sul Corriere, “L’Italia rimane il paese più vulnerabile” mentre la Francia ha 61 reattori, la Gran Bretagna 21, la Germania 17, la Spagna 8, la Repubblica Ceca 6, il Belgio 7, la Svezia 10. Per non parlare di Stati uniti, Cina e India che stanno basando il loro futuro energetico praticamente sul nucleare. Ci sveglieremo mai?



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