Ammetto che ormai fare appunti sul modo di scrittura e sugli errori altrui è divenuto un riflesso automatico.
Da reprimere sempre più, quanto più il tutto si svolge sulla rete.
Ricordo quella pseudo-scrittrice che ha (pure!) vinto un concorso letterario della Rizzoli, e che metteva le maiuscole a caso, non andava mai a capo, usava le virgolette nei discorsi come se fossero a volte una cosa importantissima, a volte un optional, non sapeva che fosse la consecutio temporum (nell’uso, eh, non pretendevo la teoria) e così via. Ricordo che, quando qualcuno, commentando il suo pezzo, le fece osservare che forse andava ripulito un po’, rispose:
“Mentre voi studiavate l’inutile grammatica, io andavo a scuola di creatività”.
Amen.
Qualcun altro, invece, mette i suoi pezzi sulla Rete, chiede un parere, e se qualcuno risponde:
“Ma, veramente, noto che il verbo avere non ha mai l’h, faccio un po’ fatica a leggere…”
risponde a sua volta:
“Non fare il maestrino, brutto stronzo, il mio è un pezzo bellissimo”.
Ecco. Visti questi e altri precedenti, cerco di starmene zitta.
Qualche settimana fa, invece, ho sentenziato. Ho fatto la maestrina. Con una collega. Credo.”Credo”, perché questa collega scrive a un sito di insegnanti dicendo “Cari colleghi”, e poi si definisce “giornalista”.
Forse “colleghi” è in senso lato.
Comunque, una manciata di giorni fa la “collega” invia un appello perché chi vuole rimanere aggiornato sul mondo della scuola vada a mettere “mi piace” su una sua certa pagina di un certo social network.
Solo che lo chiede così:
Eddai, su!
Così, stavolta, mi permetto di suggerire che, perlamiseria, sei una collega, dirami notizie sulla scuola, ti definisci giornalista, scrivi in italiano!
Cioè, lo dico più gentilmente. Faccio notare che “può cliccare mi piace” ha un soggetto: “Chi vuole rimanere aggiornato”, e il soggetto non ha davanti il “per”.
Lei, gentilmente ringrazia per l’appunto.
Pensate che brava. Invece di insultare (come fanno altri di solito), ringrazia.
Poi, due ore fa, riposta lo stesso appello. Così:
Notate differenze?