Il titolo c’entra poco, ma rappresenta un continuum per una serie di post sugli anni del mondiale che feci, divertendomi pure parecchio, quest’estate.
Questo piccolo divertissement, m’è tornato alla mente quando, ier sera, ho realizzato che la fine del secondo mandato di Napolitano sta diventando una cosa concreta.
E mi piace l’idea di una sotia che va di sette in sette, raccontando però non la mia vita, ma quella di un Paese che è mutato straordinariamente, in meglio ed in peggio. Un paese contadino, con le scarpe risuolate ed i cappotti rivoltati, che è cambiato e si è convertito agli smartphone ed al terziario avanzato.
Trovando molto e perdendo, forse, altrettanto. 68 anni di storia, passando ovviamente attraverso passaggi del tutto trascurabili