Si può fare di più???

Creato il 29 marzo 2011 da Socialmediares

Si avvicina l’estate: tra poco più di un paio di mesi la nostra regione sarà invasa (come molti si augurano) da turisti e vacanzieri, felici di poter annusare, anche se solo per pochi giorni, l’aria pulita della nostra Terra.

Ma “estate” per noi sardi vuole dire anche, e purtroppo, “incendi”.

La Sardegna, infatti, è una delle regioni italiane con il più alto tasso di incendi boschivi, che ogni anno causano la distruzione di intere aree: in tutta Italia, negli ultimi 20 anni sono stati distrutti 1.100.000 di superficie boscata, e questa aumenta di anno in anno.

La maggior parte degli incendi che si verificano in Sardegna è di origine dolosa, e spesso colpisce terreni coperti da boschi il cui valore ambientale ed economico è praticamente inestimabile: nel 2008, per esempio, la Regione Sardegna aveva calcolato che nel mese di luglio i danni provocati dagli incendi, che in quell’anno avevano colpito in particolar modo il cagliaritano, ammontavano a circa 80 milioni di euro, per un totale di 15-25 ettari di terreno completamente bruciati.

Spesso, ed è triste da ammettere, gli incendi sono appiccati volontariamente in nome di rivendicazioni territoriali o di vendette personali; altre volte, invece, le loro cause non dipendono dall’uomo (o meglio, non ne dipendono volontariamente: vedi la brutta abitudine di gettare mozziconi di sigaretta accesi in mezzo alla campagna), ma dal mal funzionamento di pali elettrici/telefonici, o da altre cause ancora.

Che si tratti di dolo o no, sta di fatto che all’inizio della bella stagione la Sardegna inizia a tremare di paura.

E la lotta agli incendi, infatti, ricopre un’importanza centrale nelle attività svolte dall’Ente Forestale Sardegna: nel 2010, ad esempio, ha impegnato circa 2900 operatori (2200 sul campo e 700 di vedetta) afferenti ai vari servizi territoriali ed al servizio S.A.P.I. (Servizio Antincendi, Protezione civile e delle Infrastrutture) della direzione generale della dell’ente forestale regionale.

Tutto questo però sembra non bastare, e anno dopo anno la Sardegna è “regolarmente” vittima del fuoco, quasi a significare l’impossibilità di sconfiggere questo male.

A livello di comunicazione sociale, infatti, non si può considerare quello della prevenzione agli incendi come un argomento che nel corso degli anni ha ricevuto molta attenzione.

Anche se molte sono state le campagne promosse in questo ambito, sopratutto a livello istituzionale, dal Ministero dell’Ambiente, nessuna di esse si è mai distinta per originalità o incisività.

Questa è la campagna contro gli incendi presentata dal Corpo Forestale dello Stato nel 2004: lo scenario bucolico, con il canto degli uccelli, il ronzio degli insetti e il vento che muove le chiome degli alberi, ci presenta una situazione di partenza estremamente serena, quasi “da favola”; questa serenità viene ad un certo punto interrotta dalla caduta di una sigaretta accesa che, lanciata da mani invisibili quasi a voler rimarcare il fatto che potrebbe essere ognuno di noi a lanciarla, inizia a bruciare un mucchio di foglie secche sotto un albero.Lo spettatore è qui portato a pensare al peggio, visto che il luogo appare deserto e privo di forme di vita umana, ma come nelle migliori favole, appunto, l’albero solleva una delle sue radici, con due colpi spegne la sigaretta e sventa l’incendio… e vissero tutti felici e contenti!

La voce fuori campo riporta alla realtà, ricordando che la Natura non può difendersi da sola dalla violenza degli incendi, e invitando chiunque avvisti un rogo a chiamare il Numero Verde del Corpo Forestale: il 1515.

L’ambientazione “favolistica” è qui, a mio parere, abbastanza efficace: quasi a voler ricordare a chi guardi questo video che le favole non esistono (l’albero infatti non potrà mai, se non nella più fervida fantasia, sollevare una radice per spegnere un fuoco!) e che per prevenire gli incendi è necessario davvero l’impegno di tutti.

Di tono metaforicamente più allarmante è invece la campagna del 2005, sempre a cura del Corpo Forestale dell Stato: un’equipe di medici in sala operatoria tenta, invano, di salvare l’ennesimo albero-paziente vittima del fuoco.

L’ambientazione ospedaliera crea sicuramente più allarme nello spettatore (secondo la strana, e molto di moda, equazione: ospedale = tragedia), e il rumore costante della strumentazione medica induce a provare ansia e apprensioni per le sorti del paziente sul tavolo operatorio; questa sensazione è corroborata dai discordi dello staff medico, che utilizza parole come “vita” o “strage”, e in questo modo rafforza la metafora dell’albero-vittima.

È proprio questo accostamento semantico a fare da cifra alla validità dello spot: come se fosse uno di noi, l’albero va salvato da un destino violento, e questo lo si può fare chiamando, come sempre, il 1515.

Di tono totalmente differente sono invece queste altre due campagne, promosse rispettivamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla protezione Civile: qui è l’ironia a farla da padrone, ma in questo caso essa non porta con sé un valore aggiunto e, a mio parere, arriva anzi a svalorizzare il messaggio.

La prima ha per protagonista il gruppo Elio e le storie Tese: la loro indubbia fama, sopratutto tra i giovani (i quali, molto probabilmente, sono il target di riferimento dello spot), non basta per sopperire al pessimo testo che viene trasmesso, ovviamente in musica: un utilizzo esagerato di frasi in rima estremamente patetiche (“Stacci attento con la fiamma, che lo dico alla tua mamma!”) rende ridicolo chi parla, ma soprattutto porta inconsciamente alla minimizzazione del problema trattato.

La conclusione, che prevede un cambio di protagonista (da Elio a Pippo Baudo), un cambio dello sfondo (da un paesaggio naturale allo sfondo nero) e un cambio del linguaggio, sembra voler riportare ad una dimensione “seria” e “autorevole” l’argomento.

Questa seconda campagna, invece, unisce (in negativo) alla componente ironica la componente “grafica”; per quanto, quindi, l’importanza di ogni singolo cittadino nella lotta agli incendi sia comunicata e sottolineata in maniera abbastanza diretta (ad esempio, alla fine dello spot l’uomo che ha chiamato il 1515 riceverà una stretta di mano), l’utilizzo del fumetto come scelta grafica offre una lettura troppo poco realistica del problema.

Il messaggio trasmesso elenca alcune importanti informazioni riguardo ciò che bisogna fare in caso di avvistamento di incendi; nonostante questo, la sua realizzazione attraverso scene ironiche, per giunta in forma di fumetto, lo svilisce oltremodo.

Di tutt’altro tenore è invece questa compagna che ha come protagonista l’attore Flavio Insinna. In linea con la centralità tutta italiana delle “emozioni”, lo spot gira intorno all’associazione, appunto, tra fuoco e emozione: è questo il fulcro del messaggio trasmesso, e veicolato attraverso le prime immagini che ritraggono scene di vita vissuta (e felice) in cui il fuoco è protagonista. Lo slogan “Il fuoco deve solo accendere emozioni” recitato da Insinna è (nostro malgrado) accompagnato da un gingle appositamente creato che in sottofondo ricorda che “non si scherza con il fuoco”.

Realizzazione decisamente banale, se non fosse per la conclusione dello spot, nella quale Insinna, appena avvistato il fuoco, chiama il Corpo Forestale.

Che dite, si può fare di più???

Francesca Vargiu



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