Si rompe il satellite? Colpa del Sole

Creato il 17 settembre 2013 da Media Inaf

Se la vostra Tv satellitare fa le bizze, la colpa potrebbe non essere dell’antenna, ma del Sole. Da cui arrivano flussi di elettroni ad alta energia che possono, nel tempo, danneggiare i satelliti geostazionari usati per le telecomunicazioni (televisione ma anche telefonia, navigazione e trasferimento dati). Il problema non è nuovo, anzi è ben noto. Ma ora uno studio condotto da ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e pubblicato sulla rivista Space Weather presenta una accurata statistica che mette in relazione l’attività solare con i problemi di malfunzionamento registrati da alcuni satelliti. E spiega che i sistemi di allerta oggi a disposizione di chi gestisce i satelliti potrebbero concentrarsi sui fattori sbagliati, tanto da risultare inefficaci.

Kerry Cahoy, professore di aeronautica al MIT, ha lavorato con il suo gruppo in collaborazione con Inmarsat, un operatore di telecomunicazioni britannico. I dati di telemetria relativi a 8 satelliti della società (dati che registrano regolarmente il funzionamento ed eventuali anomalie di tutti i componenti a bordo dei satelliti) sono stati passati al setaccio, coprendo il periodo dal 1996 al 2012. I ricercatori hanno individuato 26 serie anomalie di funzionamento in grado di compromettere le operazioni dei satelliti fino a veri e propri blackout. Le anomalie interessavano per lo più gli amplificatori a stato solido che, sui satelliti, hanno il compito di rendere più potente il segnale ricevuto prima di rimandarlo a Terra. Hanno poi analizzato le condizioni del “meteo spaziale” immediatamente precedenti a quelle anomalie, grazie ai dati registrati da altri satelliti (questa volta, scientifici) che osservano l’attività solare e i suoi effetti sul campo magnetico terrestre. Qui è arrivata la parziale sorpresa. La maggior parte delle anomalie si sono verificate quando le perturbazioni del campo magnetico terrestre riconducibili al Sole erano relativamente basse. Queste perturbazioni sono misurate da un indice chiamato Kp, che i progettisti e gestori di satelliti analizzano regolarmente considerandolo un buon indicatore del livello di radiazioni a cui è esposta la strumentazione del satellite. Un Indice Kp alto (il suo valore può andare da 0 a 9) è considerato “a rischio”. Ma i malfunzionamenti documentati da questo studio sono avvenuti quando l’indice Kp era sotto il livello 3.

I ricercatori suggeriscono che per i satelliti sia più preoccupante un’altra misura: quella del flusso di elettroni ad alta energia dal Sole, che al contrario dell’indice Kp è alto soprattutto durante la fase calante del ciclo di 11 anni di attività solare. Nel tempo, gli elettroni provenienti dal Sole potrebbero accumularsi all’interno del satellite, portando a un eccesso di carica elettrica che danneggia gli amplificatori e altri circuiti.

“Uno studio di questo tipo è senz’altro molto interessante, perchè riguarda un numero significativo di satelliti ed un periodo temporale molto esteso” spiega Mauro Messerotti, esperto di space weather dell’Osservatorio Astronomico di Trieste dell’INAF. “Inoltre si tratta di un lavoro scientifico di dominio pubblico, cosa che solitamente viene evitata per gli effetti dello “space weather” sui sistemi spaziali. Infatti le industrie che producono e le societaà che gestiscono satelliti non sono solite rendere pubblici gli eventi negativi, che potenzialmente andrebbero a detrimento della loro immagine. In effetti l’unico modo per effettuare un’analisi approfondita della problematica, così come presentato nell’articolo, è quellodi avere accesso ai file di telemetria dei satelliti, che non viene pressoché mai resa disponibile dai gestori. E’  vero comunque che i satelliti delle generazioni più recenti vengono progettati con criteri molto stringenti per quanto attiene alla resistenza alle radiazioni, impiegando modelli raffinati ed assumendo soglie di fluenza ed energia delle particelle molto superiori a quelle attese negli eventi spaziali di elevata intensità. Ciòporta ad un design molto avanzato per quanto attiene al “grounding” dei sottosistemi dei satelliti, che minimizza l’accumulo di carica elettrica superficiale e ne rende molto difficoltosa la penetrazione all’interno del satellite stesso. Ovviamente tali raffinate tecniche di progettazione devono essere periodicamente aggiornate. Da un lato, in base alla sempre crescente della sofisticazione delle prestazioni richieste e quindi dell’elettronica relativa, e  dall’altro, secondo le sempre maggiori conoscenze dell’ambiente di radiazioni di origine solare e non-solare”.

Fonte: Media INAF | Scritto da Nicola Nosengo


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :

  • MarCO volerà su Marte

    I due MarCO (Mars Cube One) CubeSat della NASA prenderanno il volo nel settembre 2016, come il prossimo lander marziano statunitense InSight. Leggere il seguito

    Il 15 giugno 2015 da   Media Inaf
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • MarCO: i primi CubeSat interplanetari

    Il prossimo lander marziano sarà accompagnato da due CubeSat. Lo ha annunciato la NASA il 12 giugno.I Mars Cube One ( MarCO) sono ora in costruzione presso il... Leggere il seguito

    Il 15 giugno 2015 da   Aliveuniverseimages
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • Un nuovo tool per prevedere le tempeste solari

    Le grandi tempeste geomagnetiche in arrivo dal Sole potrebbero, d'ora in avanti, essere previste con oltre 24 ore di anticipo. In questo modo si avrebbe il temp... Leggere il seguito

    Il 10 giugno 2015 da   Aliveuniverseimages
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • Prevedere le tempeste solari

    Le espulsioni di massa coronale (Coronal Mass Ejection, CME) sono eruzioni di plasma solare che possono potenzialmente compromettere le comunicazioni satellitar... Leggere il seguito

    Il 09 giugno 2015 da   Media Inaf
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • Un mini sistema planetario nel sistema di Plutone-Caronte

    Il sistema di Plutone: il pianeta e le sue cinque lune fotografato dalla sonda New Horizons, maggio 2015. Cliccare per vedere l’animazione. Leggere il seguito

    Il 09 giugno 2015 da   Sabrinamasiero
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • Europa e Cina si lanciano uno SMILE

    Simulazione di come apparirebbe la regione di transizione della magnetosfera agli occhi del soft X-ray imager di cui sarà equipaggiata la sonda SMILE. Leggere il seguito

    Il 05 giugno 2015 da   Media Inaf
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE