Più a sud, invece, i protagonisti sono Telefonica e Telecom Italia, entrambe impegnate nella campagna di Brasile e nello sviluppo della fibra ottica a livello domestico. Insomma, molto probabilmente nel 2015 arriverà un'ondata di acquisizioni nel settore delle telecomunicazioni anche se per gli analisti non bisognerà attendersi fusioni transfrontaliere tra i grandi operatori. I 'big four', ovvero Telefonica, Deutsche Telekom, Orange e Telecom Italia, «o non hanno molta flessibilità o non hanno abbastanza appetito» e devono fare i conti, ha spiegato Moody's, con le «interferenze politiche e le poche sinergie» che possono emergere da eventuali nozze.
E così, al di là di Telefonica che la scorsa estate ha aperto il risiko soffiando a Telecom Italia le attività di Vivendi in Brasile (Gvt) con una maxi offerta di 9 miliardi di dollari, chi potrebbe lanciare a breve un'offerta è Bt che sta trattando proprio con gli spagnoli di Cèsar Alierta per rilevare gli asset della controllata inglese O2. Le indiscrezioni indicano inoltre British Telecom in contatto con gli olandesi di Orange e i tedeschi di Deutsche Telekom per comprare la loro joint-venture paritetica, EE, attiva nel Regno Unito con la rete mobile.
Obiettivi diversi, come detto, sono quelli su cui sta ragionando Vodafone. Il gigante guidato da Vittorio Colao vuole crescere infatti nella banda larga, Tv e internet e starebbe giocando anch'esso su più fronti. Oltre a guadare alla britannica, Liberty Global, di John Malone - da cui nascerebbe il maggior gruppo europeo di telefonia, televisione e internet con un valore di oltre 100 miliardi di euro -, Vodafone, secondo il Telegraph, starebbe trattando l'acquisto da Tesco della tv video-on-demand Blinkbox per accelerare l'ingresso nel mercato della Pay-Tv. A tutto questo si aggiunge poi l'ipotesi di un'alleanza Oltremanica con Sky di Rupert Murdoch.
Infine, il capitolo Telecom Italia. L'obiettivo della compagnia rappresentata da Marco Patuano sarebbe di arrivare a una fusione tra Tim Brazil, seconda società di telefonia mobile del paese, e Oi, quarto operatore nel mobile e leader storico nel fisso. Ancora è presto però per parlare della struttura dell'operazione, anche se il mercato teme la necessità di un aumento di capitale per portare in porto il progetto. L'altro fronte riguarda infine, Metroweb, valutata dagli analisti circa 245 milioni. Dopo l'invio della manifestazione di interesse per l'acquisizione di una quota di controllo - il 53,8% è in mano a F2i -, la parola sta al fondo guidato da Renato Ravanelli che dovrà, come indicato dallo stesso Patuano, «definire i tempi e gli obiettivi» della gara.