si, viaggiare....

Da Francesca_82
Due mamme, un bebé, un'auto azzurra puffo e 600 km dei quali 300 attraversando il Deserto di Almeria, veramente da film western e Arizona style, io al volante, con il mio mini-copilota a lato e la mia amica dietro a fare foto

Missione: andare a prendere la figlia dell'altra mamma, oramai da 3 settimane a casa dei nonni ad Almería, passare 4 giorni nella villetta al mare, fare le vacanze, prendere il sole e poi purtroppo tornare a casa, dove da ieri alle 21 (noi siamo arrivate alle 19.00) sta piovendo manco fossimo in Amazzonia.
E' stato bello. Da ripetere. E non solo perché questo era il panorama a due passi da casa, ma perché senza padri -fatemelo dire- si sta bene.

Avevo paura di stressarmi, 24 ore al giorno sempre con Marc e senza l'appoggio poi della mia amica che dopo 3 settimane senza vedere la figlia 3enne (che manco poi voleva tornare a Valencia!) aveva altre cose per la testa...e invece sai che se sei da sola non ti aspetti quindi l'aiuto di nessuno: vediamo se riesco a spiegarmi: sei a casa e vuoi farti la doccia, dici al padre che rimanga con lui 10 minuti, ma senti che piange, che si lamenta....due palle al quadrato...quindi ti lavi di fretta e sei di nuovo là....Altra situazione: provi a cucinare, mentre lui si intrattiene con il padre...ma tu sei là e il padre sa che sei là quindi hai l'impressione che non si impegni...insomma, approfitti dei tempi in cui il padre si occupa del bebé per fare altro. Quando invece sei da sola dentro sai che ti devi arrangiare, non puoi fare altra cosa  che stare con il bimbo, ma va tutto più rilassato, non c'è fretta perché non devi stare dietro a due persone ma solo ad uno. Te o metti nella bandolera e tra te e l'amica riuscite e mettere insieme pranzo e cena...confessiamo pure che le tapas in Andalucia sono buone e sono ancora meglio se prese in un chiringuito in riva al mare...Dopo ore di sole e mare i due erano così cotti che crollavano alle 20.00. Questo è il segreto: stare con loro ogni minuto, rincorrerli (o almeno provare a far gattonare Marc) per ore, passeggiare con il sole per farli addormentare, senza dover dividersi in 5 per fare anche le cose di casa e senza sentirsi in colpa delle condizioni della stessa, rimessa in ordine solo un'ora prima di partire, ma poi alle 20 avere la soddisfazione di metterli a letto e bere una birra nel portico di casa.
Una birra: è più di un anno che non mi godevo così una birra fresca: sempre di fretta, sempre qualche sorso, pure quando in Italia ero uscita 45 minuti con gli amici e lasciando Marc con padre e nonni, manco là ero riuscita a godermela e manco a finirla. E a casa arrivo a sera che ho voglia di camomilla, altroché.... ma la birra di Cabo de Gata, con il fresco e la soddisfazione irrepetibile di sentirmi per un attimo come all'università con l'amica mia a bere birra al fresco della terrazza ... appunto, è cosa vecchia quasi quanto i tempi di Ancona e l'appartamento su in cima al quartiere Posatora da cui si dominava la città.
A casa anche volendo non fare niente, mi ritrovo comunque a togliere attenzioni al nano, anche minime, per fare altro, di minimo anche qua, mica parliamo di lavorare e la presenza a casa del padre vi assicuro che è un intralcio, perché per noi che lavoriamo a casa non vuol dire che stiamo in casa. Ecco, proprio no. Come se non stessimo né dentro né fuori di casa, ma sí in mezzo alle scatole. A volte vorrei avere una casa normale dove il padre si alza e se ne va alle 8 per tornare alle 18.00 ed io poter fare quello che devo ad un ritmo gestito da me. E' una questione psicologica che rende impossibile rivivere le stesse condizioni ricreate lontano da casa e dai papà. Perché se vedo tutti che lavorano io non riesco a stare solo con Marc, è ovvio che devo fare la mia parte e da qualche parte il tempo lo devo tirare fuori.
Dicevamo quindi.....
Siamo riuscite ad andare in giro per negozi, con risultati disastrosi per l'altra mamma perché la bimba si metteva i cappelli e scappava e ha dovuto comprare 4 cappelli gialli; abbiamo scalato le antiche mura dell'Alcazaba di Almería, la città araba in cima ad un colle, al tramonto da dove si domina per un lato il mare e dall'altro il deserto. E alla sera eravamo stanche, io ero stremata, lottando l'ultima volta con lui e l'altra nana nella vasca da bagno prima di metterli a letto.

Però da rifare: Marc ha dormito durante tutto il viaggio, cosa che quando usciamo con il padre comincia a fare i capricci a 10 km da casa (quando avevamo l'auto, si capisce). Invece stavolta abbiamo usato la formula "ogni mamma ha il suo bebé a lato" e visto che è legale viaggiare con il bimbo davanti in direzione di marcia, quando guidavo io (ossia 3/4 del viaggio) Marc era il mio copilota dormiente. E dormiva davvero! Sarà stato il panorama, sarà stato il cd di Ramazzotti che l'amica mia voleva assolutamente ascoltare, ma Marc ha fatto il bravo, vendicandosi poi stanotte perché mica c'aveva sonno e ci mancherebbe.
Dopo aver quindi svezzato Marc a suon di aerei e aver conosciuto già l'Andalucía, la prossima missione è portarlo al Nord, a Bilbao, uno dei miei posti preferiti.

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