Sì, viaggiare - Guida alle guide

Creato il 10 marzo 2015 da The Old Pink Room
Di recente ho pubblicato su Instagram questa foto:
Le mie Lonely Planet, il mio orgoglio. Che poi, non sono neanche tutte mie, io mica ci sono stata in California. E, a dire il vero, non ci è stata neanche quella guida, dato che Fratello se l'è dimenticata a casa quando è partito. Un furbone.
Fatto sta che a casa mia in realtà abbiamo due mensole piene di guide. Ne abbiamo tante. Ma tante. Di tutti i tipi.
In principio fu il Touring Club. Quelle verdi. Dai, chi non ne ha in casa? Da combinare con le guide dei campeggi d'Europa, sempre aggiornatissime a casa mia, dato che viaggiavamo con la roulotte al seguito.
Avevamo (in realtà sono ancora lì) anche una raccolta di guide blu riguardanti tutta l'Italia, ma non riesco a ricordarmi se fossero anche quelle del Touring.
Poi c'è stato un periodo di anarchia, si comprava quello che ispirava di più al momento, alcune ce le siamo anche fatte prestare. Una prestata era una di quelle delle dieci cose. Dieci cose da vedere, da non perdere, da mangiare, da. Piena di immagini. Ecco, no. Un grande no. Un immenso no. In seguito me ne hanno regalato anche un'altra. Non servono a niente. Non spiegano niente. Ti piace guardare le figure? Comprati un libretto di Peppa Pig.
La prima svolta sono state le Rough Guide. Non mi ricordo quale sia stata la prima. Ma di sicuro ho usato quella delle Hawaii. Dico ho usato perché se l'è tenuta il mio ex con cui ho fatto il viaggio (che nervi). Da quel momento ho iniziato a chiamare le Rough Guide "le guide scritte dalla donna mestruata". Qualunque cosa fosse consigliata, aveva qualcosa che non andava. Consigli fantastici comunque, dettagliatissimi, curiosità incredibili, tutto però scritto con un'acidità di fondo che neanche io quando mi spoilerano un telefilm. Stessa cosa la guida della Spagna. Non so, forse sono io che ho avuto sfortuna.
Quindi sono approdata a loro. Le mie preferite. Ogni tanto vado ad accarezzarle nelle librerie. Così belle, le comprerei tutte. Le Lonely Planet.
C'è scritto tutto quello che mi serve. Anche di più. Sono scritte bene, chiare, schematizzate quando serve. Ecco, la parte che parla degli alloggi non l'ho mai usata. Ma non è grave.
Quando sono andata a comprare quella di New York, al momento di pagare mi sono quasi commossa. Aspettavo quel momento da una vita. Hanno squillato le trombe, gli angeli hanno intonato un coro. Vabè dai, quasi.
Il viaggio a New York è talmente un avvenimento per me che una guida sola non mi bastava, quindi ne ho comprata un'altra. Si intitola New York Low Cost, è scritta da italiani che vivono/hanno vissuto a NYC e contiene più che altro curiosità, consigli di quelli che piacciono a me e che riguardano film e telefilm, cose che sulla Lonely Planet non ho trovato. Me la sono letta quasi tutta. Da sola non sarebbe sufficiente secondo me, ma come guida complementare è fantastica.
Per la parte del viaggio nello stato di Washington, invece, ho approfittato della possibilità che c'è sul sito della Lonely Planet di comprare solo un capitolo invece dell'intera guida. Anche perché non me ne sarei fatta niente di un tomo su tutti gli Stati Uniti Occidentali. Quindi, per € 3,90 ho il file con la sola parte che mi interessa. Comodissimo.
Quindi, avete capito. Io ormai mi sono convertita al mondo Lonely Planet. Ditemi la vostra, come sempre sono curiosa.

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