Siamo donne, oltre le gambe c'è di più!

Creato il 19 febbraio 2012 da Lafenice
 
Alcuni avvenimenti di questi ultimi giorni del festival della canzone italiana mi spinto a chiedermi una cosa:Chi è, ma soprattutto, che cos'è una donna?

In questo spazio non voglio parlare né di farfalle bene in vista e di relative domande inutili (aveva o non aveva le mutande?) e nemmeno di bellezze mozza fiato che se ne stanno in prima serata a ridere senza motivo di fronte ad una telecamera davanti a tutta Italia. Non voglio nemmeno parlare di chi fa successo soltanto per la sua faccia e senza l'ausilio del benché minimo talento o di chi preferisce parlare di chi riempie meglio un vestito invece di sottolineare la bravura di una donna senza braccia che balla come fosse un angelo. Non si fa altro che parlare e parlare di quanto gli uomini siano superficiali, gretti ed infantili, di quanto siano inclini a ragionare con l'unico attributo che hanno in più di noi donne, ma non parliamo mai di quanto noi donne facciamo per peggiorare la nostra condizione, per farci trattare come vere e proprie bambole gonfiabili, accettando supinamente l'odierno status quo. Diciamocela tutta signori: è necessario essere alte un metro e ottanta, portare una quinta di reggiseno ed avere gambe chilometriche per essere, non dico “sistemate con qualcuno” - ma chi se ne frega di quello, ma soltanto felici?La risposta è soltanto una: no. La bellezza, dopotutto, apre strade del tutto effimere se non supportata dal talento. La mercificazione del corpo di una donna (e non parlo soltanto di quelle in tv) condanna tutte noi ad essere considerate carne da macello e non anima e cervello.La mercificazione del nostro corpo ci rende schiave non solo dell'apparenza di qualcosa che, per sua stessa natura, è soggetto ad un decadimento difficile da sopportare, ma ci lega irrimediabilmente al giudizio altrui. Ed ecco che quei chili di troppo, le cosce grosse, il naso dantesco o fianchi troppo larghi diventano qualcosa da nascondere, fattori che acquistano un'importanza del tutto inutile ma imprescindibile.Diventiamo stupide bambole senza il benché minimo potere decisionale: sulla nostra vita, sulla nostra carriera, sull'amore o sui rapporti che creiamo con chi ci circonda. Che ne dite invece di chi accetta le sue imperfezioni concentrandosi su qualcosa di molto più importante (e, lasciatemelo dire, immortale) come il talento? Guardate bene, non sto parlando di doti che soltanto pochi eletti hanno, come una voce melodiosa o la creatività di chi racconta il mondo attraverso un libro, un dipinto o la composizione di una canzone. Parlo dell'attitudine che tutte noi abbiamo verso la vita: ascoltare gli altri, fornire sostegno, rincuorare chi ne ha più bisogno, magari donando un sorriso, magari commuovendosi insieme. Parlo di quel quid che ci rende non soltanto corpi ma persone, normali, imperfette, a volte giuste, altre sbagliate.È la forza dei nostri talenti a renderci belle, attraenti non solo verso l'altro sesso, ma verso tutte quelle donne che cercano un vero modello, possibilmente più profondo di una coscia lunga. E guardate, questa non è lo sfogo di una cozza repressa: è solo l'imbarazzata constatazione di chi, affacciandosi al mondo, comprende che fino al momento in cui il cervello non diverrà più importante del corpo, rimarremo ancorati ad una stupida e gretta mentalità da Medioevo.



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