Siamo liquidi

Creato il 28 gennaio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

“…Aggiungerò quanto basta di quello che resta di me
mescolerò lacrime ghiacciate e
spremute di dolore
l’amore amaro si prende solo per
corrispondenza di stupidità

Navigare
con la chiglia che taglia le onde
sopra un mare d’anestetico …”

Marta Sui Tubi

Oggi come oggi è difficile conoscere e riconoscere ciò che in appartenenza sembra stabile, il legame non è più significativo e duraturo. Sociologicamente parlando questa è una società non vera. I rapporti stabili nella società sono strutturati in modo tale da possedere un senso. Normativamente parlando invece, il discorso si fa più pericoloso. La società è liquida, l’individuo è annullato. Tutto è concesso, l’irreale consola il reale. Tutti soli dispersi nell’etere cibernetico, in cui si vivono vite da “Second life” e si entra talmente tanto nella parte che poi la dissociazione, perché di dissociazione si parla, passa in secondo piano; e in questa “realtà” tutto è lecito. Un bambino nato nel 2015, fra due anni (per prendercela comoda…) saprà utilizzare un telefono cellulare meglio della sottoscritta, i tempi cambiano, ci può stare; siamo evoluti, evoluti e liquidi, senza forma, struttura e senza cognizione, alcuna.

Ho avuto una giornata pesante, e queste riflessioni le sto facendo comodamente al letto, è quasi mezzanotte, e una vera dottoressa lo farebbe l’indomani, seduta a una scrivania, però c’è anche chi porta il cellulare al bagno e mentre fa i suoi bisogni manda mail di lavoro, manda messaggi al proprio compagno o alla propria compagna, o semplicemente controlla le notifiche per rimanere aggiornato su ciò che capita nel mondo, cercando di mantenere anche se sempre dal bagno, ma nessuno lo sa, la propria immagine perfetta in etere. Si potrà nel caso mettere in risalto tutto il suo splendore, perle di saggezza, testi, foto, impegni, VITA… un vero e proprio lavoro, per costruirsi una vita. Arduo lavoro, perché poi la giornata ha comunque ventiquattro ore, e, per quanto noi tutti stiamo qui a lamentarci della crisi e delle giornate che non bastano mai, nell’etere siamo tutti dei pupazzetti spettacolari. Talmente tanto spettacolari che ci si ritrova sempre più spesso a confidare le proprie pene, reali e non, ad un perfetto sconosciuto anch’esso liquido. Poi, il vicino di casa non sappiamo che volto abbia, perché magari ci stiamo aggiornando lo status dal tablet mentre passa e ci dice buongiorno. Malati lo siamo tutti, ma anche no, l’evoluzione serve, i pc la rete, sono una rivoluzione, permettono cose serie, importanti.

L’amore anche è liquido. Oggigiorno ci si lascia bloccando gli account così che essi non possano far parte del nostro mega mini mondo fantastico, e solo in questo modo sembra che ci possa gestire il dolore, il rancore, la distruzione che solo un fallimento amoroso può dare. Come ci si protegge da tutto questo?

Si dovrebbe iniziare da un retaggio storico culturale e familiare che ad oggi non esiste più. Ma potrebbe pensare come prima cosa ad un accettazione personale. Se ci si accetta per come si è, non vi è alcun bisogno di dimostrare all’etere vignette di noi stessi. Se riusciamo ad essere buoni e non giudicanti con il prossimo non abbiamo bisogno di spiare la tua vita attraverso la presenza di accessi in rete. Tutto questo è deleterio per personalità strutturate e mature, arriva ben presto una dissociazione pericolosa rispetto chi si è chi si ha di fronte e come si gestiscono le proprie emozioni. Mi soffermerei invece a riflettere sull’impatto che tutto questo ha sugli adolescenti, sulle personalità in via di sviluppo… a quanto si possa correre oltretutto il pericolo reale di essere adescati in maniera veramente spiacevole e reale. La società liquida, crea danni. È difficile riconoscere il sentimento reale che si cela dietro un gesto, perché questo viene scritto, magari attraverso dei social network.

Quale sarà il prossimo passo Involutivo?



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