Siamo per sempre coinvolti

Creato il 31 maggio 2010 da Parolecomplicate

Per tutti gli appassionati del mondo reale: sarebbe il caso di andare a vedere “La nostra vita”. Che è l’ultimo film di Daniele Lucchetti che sì, è quello di “Mio fratello è figlio unico” e che sì, è il film con Elio Germano. Repubblica vorrebbe far passare questa pellicola alla storia solo perché Germano gliene ha ammollate un paio a Bondi, con tutta Cannes davanti. Dobbiamo evitarlo parlandone. La prima cosa da dire è che durante il film ho pianto (ma era successo anche con “Up”, e magari non fa testo). Poi da dire è che non c’è niente, nel cinema degli ultimi 10 anni, che racconti il proletariato in modo così poetico. Anche troppo poetico, forse, anche troppo favoleggiante, quasi deandreiano. La puttana, lo straniero, lo spacciatore, la vita, la morte, le tue braccia, i tuoi occhi. Ecco: de André. A me manca molto de André. Come mi manca molto Pasolini. Mi domando spesso cosa sarebbe questo posto se loro fossero ancora qui. Cosa direbbero. Se se ne sarebbero andati lontano, cambiando vita e lavoro, se avrebbero cambiato idea magari, come Lindo Ferretti. Mi mancano perché il mondo ha bisogno di interferenze e di parole sussurrate ogni tanto, di parole nuove. Anche non essendoci, comunque, fanno tanto per me, che in questi tempi bui mi basta vedere un Elio Germano qualunque per uscire dal cinema e sentirmi grato.


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