Siamo quasi in partenza

Creato il 24 febbraio 2015 da Enricobo2

Indovinello ?

Bene. Ho finalmente finito di assillarvi con la mia esperienza birmana, che ho digerito e fatto digerire a voi a sufficienza. E' ora di guardare avanti adesso, di cambiare orizzonte. E come al solito mi ritrovo in ritardo pazzesco per il momento in cui si sta concretizzando la prossima partenza. Ho una marea di cose da fare, di incombenze ineludibili, le cosiddette entro e non oltre e mi rimangono solo più pochissimi giorni prima di prendere il volo, così mi scuserete, se sarò piuttosto stringato, ma diversamente non riesco neanche a considerare mia moglie che prepara le valigie. E' un viaggio meditato da tempo; nel corso degli ultimi dieci anni, ho più volte richiesto valutazioni ed informazioni al mio amico Srikant, di cui di certo avrò modo di parlarmi, ma alla fine non ero mai riuscito a concretizzare la cosa. Adesso è venuto il momento finalmente. Ho sempre avuto passione per l'area himalayana, un'altra delle zone dell'Oriente così piena di fascino e di suggestioni. Ci manco da anni. Prima il Nepal con i suoi sentieri infiniti ai piedi dei giganti del mondo, tra fumi di erbe sospette, poi il Ladakh, regno misterioso e isolato da una natura severa e spesso matrigna, infine il Tibet con le sue contraddizioni politiche ed i suoi ciuffi bianchi nel cielo indaco dall'aria sottile. Ma c'era ancora molto da vedere da quelle parti. 
Quindi la mia idea si sviluppa attorno all'est dell'India, terra a cui mi sento particolarmente legato e da cui sono sempre morbosamente attratto. Farò base a Calcutta, forse l'ultima grande città dove l'India caotica e sovraffollata è rimasta quella di un tempo. Da lì sarà la volta di quella parte del subcontinente più esterna, quella oltre il Bangla Desh, addirittura al confine di quella Birmania, quella con cui ho continuato ad assillarvi. I due stati più a nord della zona Assamita, il Nagaland popolato da una serie di etnie assai poco conosciute e che con l'India hanno poco da spartire e l'Arunachal Pradesh, l'ultima propaggine orientale dell'Himalaya, tra sentieri poco battuti e villaggi sperduti tra le montagne. Poi tra treni e stradine di montagna, ritornerò ad ovest per risalire fino al Sikkim, piccolo regno ormai indiano a tutti gli effetti, di fronte al Kanchengiunga, la terza montagna della terra. Infine una frontiera da attraversare, quella del mio 96esimo stato visitato, il Buthan, di cui tutti sanno tutto e del quale si legge ogni cosa, perché voglio controllare coi miei occhi questo paradiso raccontato e verificarne l'autenticità, per la serie non credo se non vedo e se non tocco con la mia mano. Nell'occasione sono riuscito a far combaciare i tempi con il festival di Paro, che quest'anno cade proprio nei primi giorni di aprile, anche se forse ci sarà da fare a gomitate coi turisti, ma si saprò dire come sempre con diligenza. Intanto adesso vado che devo sistemare un sacco di cose, finendo per partire, come mi capita sempre più spesso ultimamente, assolutamente impreparato. Forse è addirittura meglio così, per lo meno non avrò aspettative deluse. 

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