Ho conosciuto Elena l’anno scorso e – subito - mi hanno positivamente colpito il suo entusiasmo, la sua passione, la sua voglia di fare e il suo desiderio di rendere MammeInRadio… Grande.
Ora, se iniziate a conoscermi un po’, sapete che provo una sincera ammirazione per quelle donne che, anche di fronte a innumerevoli difficoltà, hanno la capacità di sognare e il coraggio (rischiando in prima persona) di provare a dare una svolta alla propria vita, riuscendo possibilmente ad essere di aiuto ad altre donne, ad altre madri.
Ecco, dico solo una cosa: “MammeInRadio non può morire”, perché è uno strumento davvero a disposizione di tutte le mamme, utile e (soprattutto per le neomamme) necessario, che Elena ci ha messo a disposizione, non possiamo buttarlo via.
MammeInRadio è un’opportunità per le mamme. Non possiamo fare finta di niente.
Sui fantomatici “numeri” di cui parla Elena nel suo post, potrei scrivere un libro (che qualche trucchetto del mestiere lo sto imparando anch’io perché me lo hanno spiegato, pur non mettendolo in pratica per correttezza, che preferisco così) e lo dedicherei a tutte quelle aziende che hanno, di punto in bianco, deciso di essere “Social” non sapendo in realtà di cosa stiano parlando, quelle che si basano solamente – appunto – sui numeri senza tenere in considerazione né il tipo di comunicazione né il tipo di lettore/ascoltatore (sesso, età, donna, mamma, livello socio-culturale, fidelizzazione al sito, ecc. ), a quelle che alla fine si rivolgono indistintamente a tutti ma a cui non interessa sapere a chi. Che, pensandoci, sono poi le stesse che ti tempestano di email che iniziano tutte con “Cara Mamma Blogger”, che capisci subito che stanno sparando nel mucchio e il tuo blog, non sanno neppure di cosa tratti. Ecco, da queste aziende io ci sto alla larga.
Mi interessano di più quelle capaci anche di “pensare”. Che, non dimentichiamoci, le aziende alla fine le fanno le persone che ci lavorano dentro.
E mi rivolgo a queste, chiedendo loro di prendere in considerazione MammeInRadio, di permetterle di crescere e di diventare un punto di riferimento per tutte le mamme, anche per quelle che ancora non la conoscono.
Personalmente credo molto nel progetto di Elena e, visto che – direte – “a parole son capaci tutti”, comunico a chi mi “ascolta” che, alle aziende che volessero garantire la vita di MammeInRadio diventandone magari addirittura Sponsor o Main Sponsor, io in qualità di direttore editoriale di Donne Magazine, garantirò loro il 50% di sconto su ogni iniziativa pubblicitaria e di comunicazione sulla mia testata.
Io non voglio che MammeInRadio “chiuda”. E se una donna come Elena sta vivendo un momento di “difficoltà” io voglio che sia solo un “momento”.