Secondo il presidente dell'istituto di ricerca, Gian Maria Fara, la crisi che sta attraversando il Paese "mette in discussione le certezze e i risultati raggiunti dalla societa' italiana nel corso degli ultimi decenni". "Il Paese - afferma Fara - vive un generale senso di depressione che attraversa tutte le classi sociali: i poveri perchè vedono allontanarsi la possibilita' di migliorare la loro situazione economica; i ceti medi perché hanno paura di una progressiva proletarizzazione; i ricchi perché si sentono criminalizzati e hanno persino timore di mostrare il proprio status". La responsabilità appartiene a quella che Fara definisce "la classe dirigente generale" della quale fanno parte imprenditori, elites culturali, manager pubblici e privati; sindacalisti, i grandi commis dello Stato, magistrati, professori, uomini dell'informazione e della ricerca. "Una classe dirigente generale che dovrebbe produrre buoni esempi" e che invece "costituisce un blocco solidale e separato dal resto del Paese, articolato sul modello feudale, che non ha nessuna intenzione di rinunciare, neppure in piccola parte, ai privilegi conquistati".
Siamo un popolo di depressi. E così 'Italia è bloccata. Lo dice l'Eurispes
Creato il 26 gennaio 2012 da SamalosSecondo il presidente dell'istituto di ricerca, Gian Maria Fara, la crisi che sta attraversando il Paese "mette in discussione le certezze e i risultati raggiunti dalla societa' italiana nel corso degli ultimi decenni". "Il Paese - afferma Fara - vive un generale senso di depressione che attraversa tutte le classi sociali: i poveri perchè vedono allontanarsi la possibilita' di migliorare la loro situazione economica; i ceti medi perché hanno paura di una progressiva proletarizzazione; i ricchi perché si sentono criminalizzati e hanno persino timore di mostrare il proprio status". La responsabilità appartiene a quella che Fara definisce "la classe dirigente generale" della quale fanno parte imprenditori, elites culturali, manager pubblici e privati; sindacalisti, i grandi commis dello Stato, magistrati, professori, uomini dell'informazione e della ricerca. "Una classe dirigente generale che dovrebbe produrre buoni esempi" e che invece "costituisce un blocco solidale e separato dal resto del Paese, articolato sul modello feudale, che non ha nessuna intenzione di rinunciare, neppure in piccola parte, ai privilegi conquistati".
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