Siamo un popolo di santi, poeti e...assassini

Da Webnewsman @lenews1

Il virus, come tutti temevano, si è diffuso anche qui in Italia. Persone dimagrite di chili e chili, dagli occhi gonfi, che non sentono più le gambe. Gente che non esce più di casa per giorni, e apre la porta di casa, a missione compiuta, senza sapere chi ha vinto le elezioni negli USA. Quelli messi peggio, appena si staccano dalla console, senza mangiare o dormire, vanno a contemplare in estasi una statuetta, magari appoggiata in camera su una mensola, insieme a un mega poster che occupa la stanza inutilizzata. Tranquilli, non è in corso un'epidemia nè una crisi di follia collettiva, ma è l'effetto della comparsa sul mercato europeo, lo scorso 31 ottobre, dell'ultimo, attesissimo capitolo della saga di Assassin's Creed, serie della Ubisoft che ha trasformato ogni videoluder del mondo in esperto assassino, difensore della libertà e invincibile giustiziere. Saranno l'affascinante epoca storica in cui è ambientato - la fine del 700, con le colonie americane opposte agli inglesi nella guerra di indipendenza - o i forti messaggi che esso propone (la lottà per la libertà, la rivendicazione di diritti, la necessità di insorgere e ribellarsi ai potenti, mai come ora attuali), ma l'ulteriore tassello del mosaico che raffigura la storia di Desmond Miles e dei suoi antenati sta confermando le più rosee aspettative (le 3,5 milioni di copie vendute nella prima settimana lo testimoniano) e si sta imponendo come il migliore di tutti gli Assassin's CreedGrazie alle novità del comparto tecnico (alternanza delle stagioni, innovazioni nel combattimento), del personaggio (il nativo americano Connor già diventato idolo dei fan) e del periodo storico di ambientazione, l'Italia dei videogiochi si è fermata e i nostrani membri dell'ordine rimasti a Costantinopoli e a Ezio Auditore, hanno abbandonato senza violenti scossoni nè rimpianti le vicende del nostro, ormai vecchietto anche se sempre scattante, compatriota per immedesimarsi in un nuovo protagonista "born in the USA", armato di arco e ascia. Molti aspiranti assassini si sono lamentati della presenza di numerosi bug nel gioco, forse unica vera crepa di un muro ben saldo, che sicuramente la ditta di riparazioni Ubisoft sistemerà in fretta. D'altro canto bisogna sottolineare la sempre maggiore attenzione prestata dai più giovani italiani alle vicende della storia, apprese più volentieri proprio grazie ai videogiochi come questo . Se infatti la permanenza davanti allo schermo farà comparire sempre più ragnatele sui libri di storia, nel caso di Assassin's Creed e della guerra di indipendenza americana almeno i grandi personaggi, le battaglie e le nozioni di base (tralasciando il plot generale che risulta comunque fantasioso) contenuti in un'offerta videoludica ben fatta potranno fissarsi nella mente di chi, anche nel mondo reale, muore dalla voglia di girare incappucciato e con la lama celata. Perchè no? Dopotutto, "nulla è reale, tutto è lecito".


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