Christopher Bernhardt, ricercatore della U.S. Geological Survey, ha affermato che lo studio che sta conducendo rivela che l'evoluzione delle società è spesso legata a filo doppio alla variabilità del clima. Di questi mutamenti climatici furono vittime gli stessi faraoni che fecero costruire le piramidi. Proprio la disponibilità d'acqua fu il tallone d'Achille del cambiamento climatico nell'Egitto dell'Antico Regno.
I ricercatori si sono serviti del polline e del carbone ritrovato in un nucleo di sedimenti prelevati nel Delta del Nilo. Il campione risale a circa 7000 anni fa. Hanno anche esaminato la presenza e la quantità di carbone di legna, dal momento che, durante i periodi di siccità, gli incendi sono solitamente all'ordine del giorno. I ricercatori pensano che la percentuale di polline nelle zone umide diminuisca durante i periodi di siccità in concomitanza con l'aumento della presenza di carbone.
E' stato accertato che una estesa e grave siccità, con pesantissime ripercussioni sociali, si è avuta 4200 anni fa circa. Questa siccità ha avuto come conseguenza una serie di carestie che, alla fine, hanno giocato un ruolo determinante nel porre termine all'Antico Regno e nel far segnare una battuta d'arresto per quel che riguarda altre civiltà del Mediterraneo.
Attraverso i campioni di polline e carbone, inoltre, è stato possibile arrivare a determinare altre due grandi periodi di siccità: uno risalente a circa 5000-5500 anni fa e un altro verificatosi 3000 anni fa. Questi eventi sono stati registrati anche dagli eventi storici. Il primo periodo di siccità coincise con l'unificazione dell'Alto e del Basso Egitto, quando il Regno di Uruk, attuale Iraq, crollò. Il secondo periodo di siccità, 3000 anni fa, ha avuto luogo nel Mediterraneo Orientale ed è associato alla caduta del Regno di Ugarit ed alle carestie nei regni babilonese e siriano.