Notizie Sicilia: la Regione sperpera denaro pubblico e i comuni siciliani falliscono: è questa in sintesi l’anima della protesta dell’Anci che si riunirà oggi per un’assemblea straordinaria presso i Cantieri Culturali alla Zisa, a Palermo. A salvare ben quarantuno comuni dal fallimento sicuro, servirebbero qualcosa come cento milioni di euro, e se le cose resteranno in questo modo, molti di essi non riceveranno
Conti alla mano, sono appena 200, sui 390 siciliani, i comuni che possono ancora farcela, ovviamente con grandi sacrifici e tagli a servizi spesso necessari, e parlare per queste realtà di stabilizzazione dei precari diventa quasi fantascienza: ad oggi sono 15.000 i lavoratori che rischiano il licenziamento. Secondo Leoluca Orlando, presidente dell’Anci, la situazione è davvero grave: “Lo scorso anno, la Regione aveva permesso l’uso di 100 milioni di euro di anticipazioni a scopo cassa, consentendo ai Comuni in crisi di prelevare da quel fondo e spostare in avanti alcuni problemi. Quest’anno il fondo verrà azzerato, non ci sono stratagemmi possibili per tenere in piedi i bilanci comunale”.
Ma come si è giunti a tale situazione? La risposta è più complessa di quanto si possa immaginare e merita alcune riflessioni. Oltre a quanto già detto da Orlando, ad aggravare il tutto si aggiunge il rientro immediato richiesto dalla Regione ai Comuni, riguardo le esposizioni per la gestione dei rifiuti e la progettazione. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, c’è poco da dire: la Regione aveva creato un fondo dal quale i Comuni in difficoltà potevano attingere per far fronte alle emergenze, oggi a quei Comuni viene richiesta la restituzione di quanto preso.
In che modo avviene la restituzione? Semplice, attraverso trattenute sui trasferimenti ordinari del 2014, senza la possibilità di rateizzazioni o altro. Discorso diverso, ma non troppo, per la progettazione. Anche in questo caso la Regione aveva creato un fondo utilizzabile dai Comuni virtuosi che non potevano per difficoltà di cassa finanziare progetti di edilizia popolare o decoro urbano. Oggi quegli stessi comuni si trovano con progetti approvati ma con fondi bloccati, e in più, ironia della sorte, devono restituire quanto loro dato dalla Regione. In parole povere sono finiti tutti i soldi! Al netto di auto blu ( leggi qui ), le voci in uscita del bilancio della Regione si sono quasi azzerate, il tutto a spese anche di quei poveri cittadini che vedranno ridurre sensibilmente i servizi loro offerti dai comuni: dal trasporto pubblico all’assistenza sociale passando per la raccolta dei rifiuti.