Sicilia, a Carnevale ogni scherzo non vale

Creato il 20 novembre 2013 da Makinsud

È fatto assoluto divieto di esporre o pronunciare, nel corso della manifestazione, frasi di dissenso, plateali forme di protesta e ogni altra forma di espressione ed esternazione lesiva dell’immagine della kermesse, degli operatori, degli enti organizzatori e patrocinanti e non conforme alla spirito festoso del Carnevale di Sciacca. Ai trasgressori verrà applicata una penale di un massimo di € 3.500,00”.

Questo è l’articolo 21 del bando che regola la partecipazione al Carnevale di Sciacca, nell’Agrigentino, che si svolgerà dall’1 marzo 2014. Le candidature per i sette carri partecipanti, secondo il bando, dovranno essere depositate entro la fine di novembre, ma oggi quello che fa discutere è la norma contenuta in uno dei punti conclusivi del comunicato. Sarebbe vietato non solo esporre, ma anche pronunciare, nel corso della manifestazione motti che siano in disaccordo con l’operato degli enti organizzatori e patrocinanti o comunque ogni frase che non sia “conforme alla spirito festoso”. Una norma difesa dall’assessore comunale allo Spettacolo, Salvatore Monte, che dichiara: “Questa norma c’era anche nell’edizione 2011 che è l’ultima che si è svolta“. In città tuttavia si è scatenata la polemica: i carristi, infatti, si domandano quale sarà il limite entro cui rimanere per non incappare nelle salate sanzioni, tenendo comunque ben presente che la satira politica ha sempre reso più frizzante ogni Carnevale.

Un altro duro colpo per la manifestazione che, insieme a quella di Acireale, sarebbe ad oggi il Carnevale più prestigioso della Sicilia, con una storia lunga più di cento anni. Eppure durante gli ultimi due anni il Carnevale saccense è andato incontro a enormi difficoltà finanziarie che ne hanno messo a repentaglio la realizzazione.
Anche lo svolgimento di questa prossima edizione appare oggi più che mai incerto e comunque legato al reperimento di fondi privati che dovrebbero integrare i soli centotrenta mila euro che il Comune ha la possibilità d’investire (più o meno un terzo del necessario).

Se la crisi sembra ancora parecchio difficile da superare, l’appello è quello di lasciarci almeno il nostro bel Carnevale e quel sano umorismo che i nostri politici (locali e nazionali) si meritano: dopotutto a Carnevale ogni scherzo vale!


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