Il tecnico italiano, secondo alcune fonti, sarebbe stato catturato insieme al suo autista, già rilasciato. Ma i dettagli sono scarni e privi di riscontri ufficiali da parte delle autorità nigeriane. La Farnesina, dal canto suo, si é limitata a confermare il rapimento di un connazionale, sottolineando di aver avviato tutti i canali disponibili per “una soluzione positiva del caso”, invocando al contempo “il massimo riserbo per non mettere a repentaglio l’ostaggio”.
E da Randazzo il sindaco, Michele Mangione, ha spiegato che la famiglia Rizzo è stata informata ieri dalla Farnesina dopo le prime verifiche, ma che il sequestro risulta essere avvenuto mercoledì scorso. La moglie del geometra e i due figli, un ingegnere e un architetto, si sono trincerati dietro un muro silenzioso. “Ho parlato con loro e mi hanno dato conferma della triste notizia – ha riferito il sindaco – subito dopo ho parlato col ministero degli Esteri che ha invitato tutti a tenere un basso profilo. La moglie di Rizzo, ovviamente, è molto scossa”.
Rizzo, che lavora all’estero da circa otto anni, avrebbe contattato l’ultima volta i familiari alcuni giorni fa. Non è la prima volta che in Nigeria vengono presi di mira cittadini italiani e altri tecnici stranieri, impiegati nel settore petrolifero (in un Paese scrigno di idrocarburi) come in altre attività economiche.
Una novità è, invece, il contesto della regione meridionale dove é stato catturato il geometra catanese. I gruppi militarizzati o islamici nigeriani sono per lo più concentrati nella zona nord dello Stato africano. Ciò lascia pensare, più probabilmente, a un atto di criminalità comune.
Ma c’è un altro siciliano di cui resta ignota la sorte. Si tratta del cooperante Giovanni Lo Porto, catturato quasi due anni fa con un collega tedesco nel Punjab pachistano, probabilmente da un gruppo talebano locali.
Sicilia, ansia per il tecnico catanese rapito in Nigeria, 10.0 out of 10 based on 1 rating