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SICILIA | Itinerari cicloturistici lungo la costa meridionale

Creato il 03 ottobre 2014 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia

cicloturismo_in_sicilia (4)Un viaggio dalle colonie greche a quelle puniche, con influenze tardo barocche

 

di Rosalda Punturo

 

Io son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà,

perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco

denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti,

corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco “Kaos”.

Luigi Pirandello

 

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Immaginiamo la costa meridionale siciliana nel mese di agosto, ed una vacanza da programmare in economia. Dove andare? Come muoversi? Cosa vedere? Inevitabile l’organizzazione mediante i vari motori di ricerca su Internet. In quel momento (ancora non lo sapevo) è iniziato il viaggio, segnato da tante tappe intermedie, da molteplici varianti e, contemporaneamente, senza una meta prefissata. L’ho realizzato in sella, ed ho deciso di condividerlo perché credo che pochi sappiano che in Sicilia esistono degli itinerari cicloturistici, ben preparati ed aperti a tutti. Diversi ed articolati percorsi si sviluppano infatti da Siracusa a Trapani, nell’ambito del progetto Sibit-Med in bike cofinanziato dall’UE-FESR. Non solo: si può anche osare e varcare il Canale di Sicilia, dato che il progetto è basato sulla cooperazione Italia- Malta. La guida è disponibile on-line: basta scaricarla dal sito dedicato (www.medinbike.com). E subito ci si ritrova in un’atmosfera di libertà e scoperta, in cui l’archeologia profuma di fichidindia, ed il bianco abbacinante delle scogliere porta con sé il suono ritmico delle onde del mare. Realizzata in maniera eccellente, la guida ci proietta pedalando lungo il litorale meridionale siciliano, partendo dalle ripide falesie dell’area marina protetta del Plemmirio alle spiagge color oro che ospitano il sito archeologico di Eloro e di nuovo lungo il litorale roccioso di Capopassero, in un alternarsi di colori. Dal punto di vista tecnico, si tratta principalmente di una ciclovia che si sviluppa per un totale di circa 1000 km di percorsi. Si trovano anche diverse piste ciclabili; in ogni caso le strade principali più trafficate vengono evitate e sono indicati i gradi di difficoltà ed i tempi di percorrenza. Utilissimi i cartelli che, ad ogni tappa principale della ciclovia, indicano i chilometri e le località prossime.

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Per i neofiti (o quasi), l’organizzazione non è senz’altro semplice, ma con un po’ di spirito d’iniziativa ed un discreto allenamento è concretizzabile, anche considerando le numerose strutture di accoglienza sparse nel territorio. Al di là dei dettagli tecnici indicati, l’esistenza di questi itinerari testimonia il fatto che il cicloturismo in Sicilia può rappresentare un modo originale di spostarsi e di scoprire luoghi di notevole bellezza artistica e naturalistica. Il viaggio, che comunque può essere effettuato nei due sensi, inizia nell’antica Val di Noto, terra del Barocco siciliano (patrimonio dell’Unesco), lungo la costa sud-orientale, per arrivare al punto di incontro dei due mari, Ionio e Mediterraneo, presso l’isola delle Correnti. Attraverso la Route Iblea, cioè la ciclovia principale che interconnette la provincia di Siracusa con quella limitrofa di Ragusa, si arriva infine alla costa meridionale, passando per gli antichi territori greci dei Campi Geloi. Una variante interessante percorre l’entroterra siciliano con le sue miniere di zolfo, importante risorsa economica dei tempi andati. Arrivati alla ventosa Porto Empedocle un senso di malinconia mi sovrasta: leggo soltanto che questa è la città natale di Andrea Camilleri. Fin dall’adolescenza avevo sempre associato la città, oltre che al filosofo da cui prende il nome, ad un altro signore: Luigi Pirandello. Cerco invano la contrada Caos, tuttavia la mia curiosità viene premiata dalla scoperta della casa-museo, con l’inconfondibile fisionomia del mezzobusto che mi rassicura: la memoria del grande scrittore non si è sbiadita. Dalla superba Scala dei Turchi, la bici ci porta alla riserva naturale di Torresalsa gestita dal WWF, per arrivare alla foce del fiume Platani (anch’essa riserva del WWF) proiettandoci nel passato attraverso le rovine di Eraclea Minoa. Quest’ultima, contesa per diversi secoli da greci e cartaginesi, associa il nome del semidio Ercole a quello del re cretese Minosse, lì approdato nello sfortunato tentativo di punire Dedalo per avere aiutato Arianna e Teseo nel labirinto, e che invece in queste terre trovò la morte per mano del re sicano Kocalos. Voltandomi indietro verso i territori già attraversati, penso che in inverno scherzerò con gli amici mostrando la foto del panorama al tramonto dal castello di Palma di Montechiaro, fingendo di essere stata altrimenti in Scozia.

Continuando a pedalare, non ci resta che rivolgersi a San Calogero in prospettiva delle salite che ci aspettano per superare le colline di Montallegro; arrivati a Sciacca ci si sente intimiditi alla vista del Monte Kronio che imponente domina la città e le sue terme, e già si immaginano le saline ed i mulini di Trapani, che sornioni ci aspettano più ad occidente.

Rosalda Punturo

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Cover Amedit n° 20 – Settembre 2014, “VE LO DO IO” by Iano

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