Sicilia, un set cinematografico a cielo aperto

Creato il 02 gennaio 2014 da Makinsud

Dagli inizi del Novecento fino a oggi, la Sicilia ha offerto al cinema luoghi straordinari e paesaggi suggestivi da utilizzare come set cinematografici, che costituiscono il tratto distintivo e immediatamente riconoscibile delle storie raccontate. La scelta di queste ambientazioni è sostenuta dalla Cinesicilia srl, società che finanzia i film girati in Sicilia alla quale viene riconosciuta una certa importanza, che si concretizza nel 2010 con un salto di qualità. Poiché, tale società opera per la promozione, valorizzazione e realizzazione dell’attività cinematografica in Sicilia, grazie all’assessore del Turismo e dello spettacolo, Nino Strano, essa diventa coproduttrice dei film finanziati. Questo non è altro che il risultato di quel binomio che è nato nel corso del tempo, tra il cinema e la Sicilia.

Tale binomio ha contribuito inoltre a creare una sorta di turismo legato ai luoghi del cinema, sbocciato dalla volontà di voler rivivere la magia della settima arte, attraverso la scoperta dei luoghi percorsi dai protagonisti delle storie cinematografiche, tratte da fatti di cronaca, e di quelle tratte dai romanzi di autori siciliani. Grazie a questo tipo di turismo, si promuovono in Italia e all’estero, suggestivi angoli di questa terra immersi nella natura e nell’arte, principalmente barocca, che hanno reso la Sicilia famosa in tutto il mondo. Da Aci Trezza a Bagheria, da Palermo fino alla selvaggia natura dell’Etna, sono soprattutto i paesini caratteristici e le località di mare ad aver offerto un set naturale alle storie raccontate dal cinema. Fatto, questo, che ha stimolato anche il recupero e la tutela ambientale di molti luoghi che rischiano il degrado.
Registi come Luchino Visconti e Roberto Rossellini, i cui nomi sono legati al Neorealismo italiano, hanno girato le loro storie direttamente nei luoghi in cui sono ambientate, come dimostrano “La terra trema” e “ Il Gappopardo”, o “Stromboli terra di Dio”, rispettivamente i primi due di Visconti e l’ultimo di Rossellini; molte altre sono le pellicole girate sull’isola fino ad oggi, scelta questa, che al di là del periodo del cinema neorealista italiano, scaturisce semplicemente dalla volontà di ricostruire un’immagine della Sicilia che, attraverso i fatti di cronaca e i romanzi narrati nelle pellicole, sia attendibile anche con gli occhi.

Pertanto, mirano a questo scopo molti altri registi, da Zeffirelli con “Storia di una capinera”, tratto dalla novella di Verga, a Francis Ford Coppola con la saga de “Il Padrino”, e poi i più recenti “I Vicerè” di Roberto Faenza e “Baaria” di Tornatore, solo per citarne alcuni. L’elenco è molto lungo e racconta un secolo di cinema legato alla Sicilia, che ha portato, oltre alla conoscenza dei luoghi d’arte e della natura di cui è ricca, anche a dipingere il ritratto di un’isola i cui luoghi, che evocano il passato, non fanno da sfondo solo alle storie di mafia, ma anche a storie quotidiane, di sentimenti e di valori.

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