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SICILY&OUTFIT: DOVE HO TROVATO I TRAMONTI, I MULINI E IL BLU
Creato il 19 agosto 2015 da Ornella Di Mauro @ornelladimauroUna fuga. 4 giorni. "Solo io, solo tu". Basta una macchina e un'isola, la Sicilia che per quanto lacerata da strade che cadono e altre che si costruiscono ha un mondo da offrire. Qui sei sempre in viaggio. Sempre in vacanza. Va bene Jovanotti con la sua L'estate addosso, ma io sono figlia degli anni 90 e mi sembra ancora di sentire la Nannini e Bennato intonare Notti Magiche ... Ho deciso di restare"sotto il cielo di un'estate italiana" e di fare un salto dall'altra parte della Sicilia. Da Catania a Marsala, 4 ore di macchina, più o meno 350 km. E poi il finale. Ovvero la meta.
Viaggiare non è solo calpestare nuove strade e vedere altre cose. Viaggiare è anche sentire altri profumi e provare nuovi sapori. Viaggiare è anzitutto un tour dei sensi che inizia per il tatto quando ti incammini e finisce per le papille. Passando per gli occhi, l'olfatto e l'udito. Viaggiare mette in allerta tutti i sensi. E tu non puoi che sentirti come un animale all'allerta. Distratto da tutto e attento a tutto. Immagazzini, mandi tutto al cervello e da lì dritto al cuore. E li resta. Insieme alle foto che fai e a quelle che non fai. Quelle che restano negli occhi e nella pelle. Come la prima volta in cui mi sono affacciata dalla mia stanza di hotel con vista su Mozia, le saline e le isole Egadi. Quando ho visto il sole scendere e colorare il cielo di rosa tra le vasche piene di sale e le eliche di un mulino. Come quando tra i vicoli vivi di Marsala ho sentito le voci di un siciliano che a tratti non riconosci e a tratti ti sembra quello delle pellicole di Tornatore. Voci che si rincorrono tra un passante e un negoziante tra le botti di vino che qui sono come le briciole disseminate da un Pollicino ubriaco per ricordarti che non siamo solo nella città del sale ma anche in quella del vino omonimo. Quando mi è mancato il fiato per una funivia che da Trapani in dieci minuti ti porta a 750 metri sul mare. Dritta dritta ad Erice in un borgo perfettamente medievale. E inciampare miliardi di volte tra i ciottoli con una mano ferma a sostenermi fino alla vista panoramica dal Giardino del Balio. Un'altro tramonto. Sempre perfetto. E il gusto delle genovesi calde alla crema di Maria Grammatico. Ho sentito la pioggia addosso appena arrivata a Cala Rossa a Favignana. Ma prima ancora ho sentito le mie gambe spingere i pedali di una bici, dopo sedici anni, azzerando il tempo e perdendomi tra i ricordi, le strade sterrate, poche indicazioni e una sola direzione: il mare. Nonostante il cielo promettesse tempesta. Dicono che "quando non ti importa più che tempo fa, vuole dire che sei innamorata". Non avevo dubbi su questo. Ma circondata da capperi, timo e finocchietto selvatico, sotto una roccia con lui ho visto il mare più chiaro anche sotto un cielo scuro. Il bagno in una piscina di acqua calda circondata da rocce "pizzute". Una sorpresa sentire la sabbia morbidissima sotto le dita dei tuoi piedi. E poi ancora passeggiare in bicicletta sotto il sole che sa sempre sorprenderti. Spingersi verso Bue Marino, Punta Marsala, Cala Azzurra e Lido Burrone. Il resto dell'Isola lo lascio per un altro viaggio. Ma i sapori quelli me li sono gustati tutti. Io che non potrei e dovrei ma che non so dire di no. Alle emozioni, ai viaggi e ai sapori. Dai spaghetti ai ricci di mare ai busiati al pesto trapanese, dal cous cous di pesce passando per pane cunzato e pane e panelle. Alle arancine ho detto no. Qui è una questione di parte. Dalla mia parte si chiamano arancini. Ma #DallAltraParteDellaSicilia ho trovato i tramonti, i mulini e il blu che pensavo ci fossero solo in Grecia. E invece. Qui c'è tutto. Tutto l'oro del mondo e niente.
PS: non è tempo di parlare di vestiti. Quelli sono solo in pendant con luoghi perfetti.
Del resto non vi liberete così presto di questo viaggio.
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