Sicurezza alimentare, altra bocciatura per la Calabria

Creato il 26 novembre 2013 da Makinsud

Il tema della sicurezza alimentare negli ultimi anni è tornato prepotentemente alla ribalta. Viviamo in un’epoca in cui grazie al costante avvento della tecnologia, ogni giorno siamo in grado di fare cose prima inimmaginabili, in cui non esistono confini spaziali o temporali. Un’epoca in cui possono addirittura nascere amicizie e amori senza che si sia sfiorato nient’altro che un touch, ma che nello stesso tempo ci porta a vivere scontrandoci con forze più potenti di qualsiasi sentimento e di qualsiasi uomo: i tumori e le illegalità. Questi purtroppo nel settore agroalimentare camminano a braccetto, come fedeli compagni.
Una volta capitava di non dormire tranquillamente, oggi invece in Italia, ma non solo, e soprattutto nel meridione capita sempre più di non mangiare tranquilli. Proprio quel pasto che da sempre ha simboleggiato un’unione, un momento di condivisione della vita familiare, ora rischia di tramutarsi inconsapevolmente in un portatore sano di morte e illegalità.
Le ultime dichiarazioni del pentito Schiavone hanno sottolineato maggiormente questo problema e hanno avuto il merito di essere entrate in tutte le case, di aver messo in guardia tutta la popolazione su determinati pericoli. Ma naturalmente quando pensiamo al cibo non dobbiamo pensare solo ai pericoli, quando pensiamo alla mozzarella di bufala non dobbiamo pensare solo ai tumori derivanti dal materiale tossico e radioattivo presente nella terra.
Quando pensiamo al cibo dovremmo innanzitutto pensare alla salute, ma questa non può assolutamente esserci se prima non si abbatte l’altro grande male dell’illegalità, e purtroppo questa lezione stenta ancora ad arrivare.

Proprio in Calabria, a Vibo Valentia, recentemente sono stati scoperti dai NAS tre laboratori gastronomici e un deposito di alimenti con celle frigorifere e un’asciugatrice per insaccati completamente illegali. Questa scoperta, oltre che alla chiusura delle attività e alle relative sanzioni ha portato inoltre al sequestro di più di una tonnellata di insaccati freschi e in fase di stagionatura privi della necessaria documentazione ai fini della rintracciabilità alimentare.
È dunque proprio da qui che bisogna iniziare a costruire un futuro migliore, basato soprattutto sulla salute.
Se chi di dovere non capisce che è necessario subordinare i propri interessi economici e politici a quelli del cittadino, la situazione rischia inesorabilmente solo di peggiorare.


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