A conferma di questa situazione, di recente, la società di sicurezza Incapsula ha reso noto un’interessante indagine che descrive in termini di percentuali, i traffici sottesi alla rete. E gli ultimi dati evidenziano come solo il 38,5% del totale sia traffico umano, mentre il restante 61,5% è generato da funzionalità varie presenti nel cuore della rete.
Tra queste ultime per esempio, è nota l’importanza dei bot lanciati dagli strumenti di web analytics, presenti ormai in ogni angolo di Internet e orientati ad intercettare le pratiche degli utenti come link cliccati e abitudini di navigazione. Mentre è noto l’importanza di questi ultimi per adempiere le primarie funzionalità dei motori di ricerca, esiste anche una porzione di traffico che per propria natura, si cela alla vista anche dei proprietari dei siti.
Si tratta dei bot definiti come malevoli perché orientati a catturare le informazioni personali critiche degli utenti. E questo non vale solo per le attività di home banking e e-commerce, ma anche per quelle inerenti all’intrattenimento, ai social media e al poker online. I profili social portano con sé tutte le problematiche relative ai relativi dati sensibili, mentre le numerose poker room online si affidano a sistemi di sicurezza sempre più avanzati per garantire la sicurezza degli account degli utenti. È importante quindi sempre affidarsi a siti noti e autorizzati, e a quelli riconosciuti dagli organismi certificatori dei rispettivi settori economico-commerciali.
Questi ed altri settori sono oggetto dell’attività di bot esplicitamente malevoli che, se pur in diminuzione, generano ancora il 4,5% del traffico della rete. Esistono poi anche altri tipi di attività malevoli evidenziate dal rapporto di Incapsula. Ci sono ad esempio gli scrapers, destinati alla copia di interi siti o a parte di essi, di indirizzi e-mail ai fini di spam e ad altri scopi simili.
Una grossa fetta poi è rappresentata dalle funzionalità denominate nel rapporto Incapsula other impersonators. Rientrano in questa categoria quei bot malevoli atti a mascherare la propria natura in prima istanza, per poi attaccare i siti presi di mira. Si tratta di programmi creati per attacchi specifici e rappresentano una delle maggiori criticità della rete. Sono all’origine del 20,5% del traffico della rete e hanno registrato un aumento dell’8% rispetto all’indagine precedente.
Il traffico di spam invece è in diminuzione e rappresenta lo 0,5% del totale. Nella ricerca di Incapsula viene particolarmente sottolineato come quest’ultimo dato sia frutto dei costanti miglioramenti dell’algoritmo Penguin di Google. Con questo continuo raffinamento dei processi alla base del famoso motore di ricerca, il traffico generato dai bot afferenti a Google e agli altri motori di ricerca, rappresenta il 31% del totale di Internet.
Questo interessante report di Incapsula in sintesi quindi, ha svelato una piccola parte di quello che succede in rete lontano dagli occhi dell’ignaro utente, sottolineando come il tema della sicurezza sia sempre centrale per gli operatori e il popolo della rete.