Siete in arresto per reati di droga? niente panico, louxien la vostra avvocata di fiducia, vi spiega come comportarvi…

Da Spiritualrationality

Conosci i tuoi diritti.
Nelle faccende in cui c’entra la polizia ci sono due tipi di considerazioni: quelle dal punto di vista legale e quelle dal punto realistico. Legalmente, c’è una lunga lista di diritti garantiti dalla Costituzione e dalle leggi, ma in realtà la polizia può fare praticamente quello che vuole, facendola franca il 99% delle volte. Alla fine tutta la questione si riduce al fatto che i poliziotti hanno un distintivo e, cosa più importante, una pistola e voi probabilmente non ce l’avete. Questo aspetto dei rapporti con la polizia è particolarmente importante per il criminale medio, i cui reati probabilmente non vanno al di là dell’atto di fumare una canna o magari vendere del libanese rosso.
Abbiamo delineato brevemente i vostri diritti per quel che riguarda la legge: tutti i particolari che seguono si applicano sia ai rapinatori a mano armata che a quelli di voi coinvolti in reati senza vittima.

Ci sono tre regole generali da tenere in mente in tutti gli aspetti dei rapporti con la polizia. Innanzitutto, indipendentemente da quanto la cosa vi possa seccare e da quanto possa essere odioso l’agente con cui avete a che fare, siate gentili ed educati. A volte un “no, signore” o un “sì, signore” è proprio quello che ci vuole per evitare ulteriori seccature. Nelle fasi preliminari delle domande che vi fanno i poliziotti, durante qualunque “normale controllo”, vi conviene rispondere alla semplici domande su dove andate e da dove venite, anche con una bugia, piuttosto che citare il vostro diritto a non rispondere.
La seconda regola valida per tutte le occasioni è che tutto quello che dite potrà essere usato contro di voi in tribunale.
Oltre ad essere educati e a fornire il nome e l’indirizzo, dovete stare zitti: le risposte alle domande dall’aria più innocente contengono a volte delle informazioni che possono essere per la polizia molto più utili di quanto non pensiate per mettere nei guai voi o i vostri amici.
Prima di rispondere a qualunque domanda o di fare qualunque dichiarazione alla polizia, avete diritto a un avvocato.
Usatelo: può venirne fuori la differenza tra una condanna e una assoluzione, se la cosa dovesse arrivare in tribunale.

La terza regola da tenere in mente e quella di assicurarsi d’avere nomi e numeri di matricola di tutti i poliziotti presenti alle domande, alla perquisizione, all’arresto o a qualunque altra conseguenza: sono tenuti a dichiararvi la loro identità. Se possibile prendete nota.
Perquisizioni delle automobili.
La polizia ha il potere di fermare la automobili e di controllare la patente, libretto di circolazione e assicurazione, e ha diritto anche a controllare l’esterno della macchina per accertare eventuali infrazioni alle norme della sicurezza dei singoli stati, ma a parte un’occhiata attraverso i finestrini non ha il diritto di perquisire senza mandato di perquisizione l’interno dell’auto, a meno che ci siano dei validi motivi per farlo. E qui le cose si complicano.

I “validi motivi” vogliono dire che i poliziotti hanno ragionevolmente motivo di ritenere che voi abbiate o stiate commettendo un reato: non possono perquisire la vettura soltanto in base a un sospetto.
Pare che per i tribunali i “validi motivi” siano un qualche cosa nell’ambito della probabilità, e l’odore di fumo di marijuana è un tipo di motivo probabile discutibile, di cui soltanto il tribunale può stabilire la legittimità.
Se un poliziotto chiede il permesso di perquisirvi la macchina potete rifiutare, ma purtroppo non potete opporre resistenza legalmente a una perquisizione illegale.
La miglior difesa contro le perquisizioni illegali consiste nell’uscire dalla macchina chiudendo a chiave le porte appena la polizia vi ferma: che in macchina ci sia o meno qualcosa che volete nascondere, se decidono di forzarla voi avete le prove dello scasso. O almeno, chiudete a chiave il cassettino della macchina mentre vi fermano e negate di avere la chiave: se i poliziotti forzano qualunque parte della macchina, e specialmente se siete del tutto innocenti, potete mettere in piedi un discreto caso di abuso di potere, mentre se vi arrestano per qualche motivo dopo l’apertura con scasso sarà più facile sostenere l’illegalità della perquisizione. La stessa regola vale anche per il bagaglio, eccettuato un particolare: nella maggior parte degli stati bisogna avere una ruota di scorta, e a richiesta bisogna esibirla alla polizia. Naturalmente se preferita prendere la multa piuttosto che aprire il bagagliaio avete sempre questa seconda possibilità, spiegate che non avete la ruota di scorta e lasciate il bagagliaio chiuso.

Se per qualche ragione nel cassettino della macchina c’è qualcosa che preferireste non far vedere alla polizia, fate in modo di togliere prima tutti i documenti (patente, libretto, assicurazione) dal cassettino chiuso a chiave.

La cosa importante è sapere che avete dei diritti e difenderli con fermezza senza diventare dei saccenti o indisponenti.

Bisogna regolarsi a seconda dei casi, e poi saranno come sempre i tribunali a prendere le decisioni definitive.

Fermo e perquisizione sommaria

Gli agenti di polizia possono fermare nei luoghi pubblici chiunque sia ragionevolmente sospettato di essere coinvolto in un reato e possono chiedergli il nome, l’indirizzo e una spiegazione del suo comportamento (ma si ha diritto a non rispondere). Durante questa operazione possono farvi una perquisizione sommaria, alla ricerca di eventuali armi pericolose, soltanto se hanno buoni motivi per ritenere in pericolo la propria incolumità personale.
La perquisizione sommaria è un rapido palpeggiamento delle superfici esterne dei vestiti.

A meno che siate arrestati, senza mandato di perquisizione i poliziotti non hanno il diritto di guardarvi nelle tasche, nella borsa, nella valigia o dentro tutto ciò che non è in vista. Può darsi che ve lo chiedano, ma avete il diritto di non dargli il permesso. Il rifiuto a lasciarvi fare più di una perquisizione sommaria non può essere usato in alcun modo contro di voi in tribunale, indipendentemente dalle possibili minacce in questo senso. Rifiutare una perquisizione non è un reato, è un diritto. Quando si porta in giro qualunque tipo di sostanze illegali, la cosa migliore è usare contenitori di plastica flessibili: le boccette di vetro egli scatoline di alluminio durante le perquisizioni provocano dei sospetti, e a volte sono proprio il tipo di cose che mettono a qualche poliziotto zelante la tentazione di trasformare una legittima perquisizione sommaria in una perquisizione illegale. Per stare sicuri le pipe vanno portate negli stivali o negli slip.

Naturalmente all’atto pratico gli agenti vi perquisiscono a seconda della voglia che ne hanno.
Se vi arrestano, può darsi che il tribunale tenga conto o meno dei risultati di una perquisizione illegittima, a seconda dell’umore del giudice. Pare che le garanzie legali svaniscano quando vi trovate di fronte all’alternativa tra una perquisizione illegale e una scarica di pugni in testa.
L’esistenza o meno di un “probabile motivo” (vedi le perquisizioni delle automobili) è un altro dei fattori in base ai quali si giudica l’eventuale legittimità di una perquisizione.
Non avete diritto di opporre resistenza a quello che ritenete un arresto illegale. Quasi sempre l’uso della forza si ritorce in un modo o nell’altro contro di voi, anche se provocate un poliziotto fino a farvi colpire, perché questo costringerà il poliziotto a sostenere che in qualche modo siete stati voi ad usare la forza per primi. Durante l’arresto è consigliabile avere sempre dei testimoni:
se non ce ne sono presenti cercate di attirarne qualcuno. Può darsi che questo impedisca alla polizia di commettere illegalità e/o che vi serva in tribunale durante il processo.

Può darsi che questo impedisca alla polizia di commettere illegalità e/o che vi serva in tribunale durante il processo.

Cercate di ricordarvi più particolari possibili della procedura di arrseto: potranno servire più tardi; cercate di memorizzare qualunque minaccia o qualunque tentativo di calpestare i vostri diritti.
Una volta che siete arrestati, qualunque poliziotto ha il diritto di perquisire voi la macchina o la casa, a seconda di dove siete. La cosa principale da ricordare sempre, ma specialmente dopo l’arresto, è di stare zitti.  Un agente deve informarvi del vostro diritto a non rispondere e a farvi assistere da un avvocato, e vi conviene farlo. Una volta che siete in arresto, nulla di quello che dite vi può servire, e rispondendo a delle domande potete danneggiarvi più di quanto non crediate.

Non cercate di contrattare con la polizia, perché le promesse di un agente non sono vincolanti: un  poliziotto può promettervi di tutto senza mantenere niente. Fatevi assistere da un avvocato, e se non potete permettervelo lo nominerà il tribunale.

Dopo l’arresto avete il diritto a fare una telefonata, e quest’unica telefonata va usata con accortezza.
Anche se può darsi che la vostra prima reazione alla situazione sia quella di chiamare un avvocato, è più saggio chiamare un amico fidato o un parente che siete sicuri di trovare in casa, e questa persona può quindi fare tutte le telefonate necessarie per chiamare un avvocato, mettere insieme la cauzione, avvertire altri del vostro arresto, ecc. Se per caso l’avvocato a cui telefonate non c’è, ottenere una seconda o una terza telefonata non è così facile come potreste immaginare.

Al posto di polizia.

Può sembrare che il consiglio di non rispondere alle domande della polizia stia diventando un po’ ripetitivo, ma non lo si ripete mai abbastanza. Potete star sicuri che i poliziotti useranno ogni genere di trucchi per ottenere le informazioni che potranno servirgli in un secondo tempo: i manuali della polizia descrivono nei particolari i metodi che vanno impiegati dagli inquirenti per fare ammettere dal sospettato o alla sospettata più di quanto non voglia.
Il metodo di interrogatorio più usato è quello cosiddetto del bastone e della carota. Il poliziotto A fa la parte del duro e del bastardo: minaccia, urla, impreca e a volte diventa anche fisicamente violento, mentre il poliziotto B mantiene un atteggiamento comprensivo: piuttosto calmo in presenza del poliziotto A e quasi simpatico quando A esce un attimo fuori. Il poliziotto B cerca di guadagnarsi la vostra fiducia grazie al contrasto fra i due, e a volte vi suggerisce di essere più accondiscendenti perché la rabbia di A è difficile da controllare. Quello con cui bisogna stare più attenti è il poliziotto B.

Un’altra prassi consueta è quella di minacciare la posizione sociale della vostra famiglia se non siete disposti a rispondere alle domande, mentre alcuni di quelli che fanno gli interrogatori sono abilissimi a far sembrare chiacchiere banali le domande serie. L’unico modo per essere sicuri di non aggravare la vostra posizione consiste nel non rispondere alle domande.
Spesso vi promettono questo o quell’altro. Ignorate tutte queste promesse: le uniche promesse che rimarranno in piedi e su cui si può far conto sono quelle del procuratore distrettuale, mentre le promesse della polizia non sono mai vincolanti.

Una regola fondamentale da ricordare è quella di non nominare mai un amico mentre si è in arresto: il riferimento più casuale può provocare un indagine sulla persona nominata.
Se al momento dell’arresto siete con un altro o con degli altri vi separeranno, e può darsi che vi dicano che gli altri hanno “confessato” tutti. L’accenno da parte vostra ad una banalità apparentemente insignificante può servire ai poliziotti per convincere un vostro amico che sanno molte più cose di quanto non ne sappiano in realtà. Cercheranno sempre di mettervi gli uni contro gli altri. Rifiutatevi di credere che il vostro amico abbia rivelato qualunque tipo di informazione, e aspettate che il vostro avvocato chiarisca le cose.
State attenti a quello che firmate: non siete tenuti a firmare niente. Se decidete di firmare qualcosa, come per esempio la ricevuta per gli effetti personali che vi hanno sequestrato, assicuratevi che non ci siano spazi bianchi sul foglio o carte carbone dietro: non è nuovo il caso di confessioni false scritte su un foglio sopra la firma del sospettato. Ci sono state anche delle volte in cui si è fatto vedere ad un sospettato attraverso lo specchio a senso unico un amico che firmava qualcosa, dicendogli che l’amico stava firmando una confessione che in realtà era una ricevuta. Assicuratevi di non firmare niente che non avete capito del tutto o con cui non siete del tutto d’accordo.
Non lasciatevi innervosire dai poliziotti. Ignorate gli insulti e gli abusi, e non cercate di chiarire le eventuali informazioni sbagliate che possono avere: tenete i chiarimenti per il tribunale.

Fino a prova contraria siete innocenti, anche se la polizia sostiene il contrario. Non lasciatevi convincere d’essere colpevoli di niente.


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