Tornare a difendersi è necessario. Fermare l’onda d’urto del ricatto, rivendicare il diritto di pensare e di scegliere con la propria testa. Di tirarsi fuori, per riflettere. O di buttarsi nella mischia, senza pensarci più. Basta leader, capipopolo, uomini-partito, uomini-azienda, salvatori della patria. Ci salviamo da soli. Ci salviamo insieme. Un discorso a più voci, di voce in voce, un periodo a testa. Semplice come far girare il microfono nella jam. Fondamentale, come dire cose vere, guardarsi negli occhi, dire di sì e di no. Arduo far girare qualsiasi cosa, se non fosse per la rete, le reti, nel paese dei capetti pronti a mordere, di piccoli dittatori banali che tiranneggiano la vita altrui solo perché gli fa schifo la propria, di uomini arrabbiati con le donne, donne arrabbiate con le donne, anziani arrabbiati con i giovani e bambini impauriti dalla cattiva tv. Non pagheremo più un euro ai venditori di speranza, né venderemo mai un sogno ai compratori di idee. Non accetteremo più limiti alla nostra libertà in nome delle emergenze: l’emergenza siete voi, noi la norma. Voi che rinchiudete vite umane senza passaporto e firmate lasciapassare per le armi. Voi che barattate la salute per il lavoro, facendo sempre finta che non ci siano alternative. Siete l’offerta che non possiamo rifiutare. Vi rifiuteremo. Siete il peggio che non se ne vuole andare. Vi licenzieremo.